Catanzaro, si chiude con Gratteri la stagione dell’università Soveria Mannelli

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“La ‘ndrangheta è un problema politico e morale che si nutre di consenso: la scuola è una possibile, ragionevole risposta, facendo appassionare i giovani alla lettura e allo studio per avere tra qualche tempo generazioni più avvertite”.
Lo ha detto il giudice Nicola Gratteri nella lezione conclusiva dell’Università estiva di Soveria Mannelli che, su iniziativa della Fondazione “Italia Domani” e della Rubbettino Editore, si è tenuta presso la Biblioteca “Michele Caligiuri”, a Catanzaro.
“Questo però – ha detto ancora- richiede progetti politici di vasto respiro, non appiattiti sul consenso del giorno dopo. Solo cosi ci possono essere possibilità di successo, modificando profondamente le regole giudiziarie e legali, così come i comportamenti personali e familiari”.
La manifestazione è stata la introdotta da Mario Caligiuri dell’Universitá della Calabria che ha illustrato il tema discusso in questi giorni: “Ripartire dalle parole. Come reagire all’educazione da TV e alla malapianta della criminalità”.
Nel corso della lezione Gratteri ha svolto analisi sulla stagione di sequestri che ha caratterizzato la Calabria nei decenni passati ma che ancora non sono state adeguatamente indagate le conseguenze che ha comportato per l’intera regione.
Ha poi avanzato la proposta di riconvertire in Colombia, Perù e Bolivia le piantagioni di droga in coltivazioni produttive di altre essenze, incentivandole economicamente.
Ha poi affrontato il tema dei beni confiscati, dicendo che “Bisogna rifondare l’Agenzia, che non deve essere un pennacchio ma diventare, con una riforma profonda della normativa, una struttura efficiente che va gestita non da magistrati o prefetti ma da manager che sappiano gestire i beni confiscati, tenendo conto che le imprese mafiose rappresentano un’anomalia del mercato, perché la criminalità distorce l’economia e la democrazia”.
Gratteri, commentando anche la sua mancata nomina a ministro della Giustizia nel Governo Renzi, ha concluso dicendo che “il mio lavoro mi emoziona ancora e credo che sarebbe stata una bella sfida poter tentare di concretizzare le riforme di cui parlo e scrivo perché è fondamentale per il Paese avere un servizio giudiziario efficiente”.

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Author: antonio.albanese

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