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Programmata per venerdì 25 maggio, alle ore 17,00, nei Saloni del Circolo Unione, la presentazione del nuovo volume di poesie “L’ala del tempo” della catanzarese Nuccia Fratto Parrello, pubblicato dalle Edizioni Ursini.
All’incontro, con l’autrice, interverranno Innocenza Scerrotta Samà, Maddalena Barbieri e G. Battista Scalise, mentre Adele Fulciniti leggerà alcuni brani.
Questa nuova raccolta è frutto del premio “Vivarium” 2011, promosso dall’Accademia dei Bronzi, assegnato lo scorso anno a Nuccia Fratto Parrello; premio che prevedeva infatti la pubblicazione gratuita a cura delle Edizioni Ursini di un libro di poesie.
Laureata in pedagogia, l’autrice ha insegnato per più di quarant’anni nelle scuole medie della città. Particolarmente interessata alla creatività dei giovani, è stata, tra l’altro promotrice e coordinatrice delle attività letterarie e teatrali dei suoi alunni.
Il libro, illustrato da Danilo Battaglia, contiene mille motivi e spunti di riflessione, tutti profondamente variegati, umani e autentici. La poetessa ci ricorda come ciascuno di noi sia stato e continui ad essere qualcosa in più dei propri gesti ed atti quotidiani, qualcosa in più dei propri stessi anni. Ci dice di come in ogni istante si possa ritornare giovani, pur se con altri occhi. Per lei, come ombra di luce e lampada nel buio, la vita è una parentesi fugace, percorsa fra le nuvole e gli abissi:
“Il sentimento, – scrive Vincenzo Parrello nell’introdurre il testo – con la sua autenticità, con la sua purezza, in definitiva con la sua umanità, è un altro dei motivi ispiratori dell’opera di Nuccia e, dunque, di questo libro che ne è compendio. Cos’è che ci emoziona ancora e sempre in certe note, che ci cattura e ci trascina via dal tempo e dall’istante? Un giorno non è mai lo stesso, eppure il sentimento ne colloca dove ritiene le scene più gradite, anche se vaghe. Guidato dalla vita, il sentimento sceglie, separa, classifica, registra, poi sintetizza quel che è stato, legandolo con maestria a elementi esterni messi lì dal caso. Esposto alle correnti esistenziali, sistema ogni trascorso nell’angolo che più gli aggrada dell’album delle foto di ogni cuore. Limpido e silenzioso, è il re della città latente e sotterranea, perenne ed immortale Atlantide dell’anima. Note in sequenza e mondi ormai sommersi riescono così di nuovo a respirare, per riportarci anche alle origini di noi che la poetessa ci fa ri-scoprire con grande dolcezza e autentica poesia”.
La mente della poetessa va alla sua infanzia, quando “la gioia era fatta di niente” e si aveva molto meno di ciò che ha avuto a disposizione la mia generazione. Allora epico era il sogno, anche “tra squallide mura”. In ogni luogo e tempo l’uomo avrà sempre una sua epica segreta, gelosamente custodita, che, a rivisitarla ti si stringe il cuore, ti fa bagnare gli occhi di lacrime. Lacrime di gioia, non soltanto di nostalgia, a volte di rimpianto, quasi sempre invisibili, ma non per questo meno vere. Un libro, insomma, che si legge d’un fiato e che certamente saprà catturare l’attenzione di tutti coloro che “vivono” ogni giorno di poesia, ma non solo.
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