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Sempre così e sempre in Calabria. L’appuntamento elettorale, vissuto con la passione di sempre, viene svilito dalla inadeguatezza delle strutture che sovrintendono le operazioni di voto. In ogni tornata la Calabria, per la verità insieme ad altre regioni meridionali, mostra i suoi limiti e le sue difficoltà. Non importa se si vince con migliaia di voti di scarto o per una manciata di consensi, la suspense è assicurata. Appare evidente che il sistema non funziona.
Non c’è uniformità nelle decisioni assunte dai presidenti dei seggi, e non c’è molto da stupirsi se le irregolarità sono innumerevoli. La semplice regola che stabilisce che va interpretata la volontà dell’elettore, diventa un’equazione matematica impossibile da risolvere. Poi il tutto è affidato alla composizione dei seggi ed alla presenza di rappresentanti di lista più o meno smaliziati.
Durante la campagna elettorale, che ha preceduto queste ore, Dittocrazia Popolare ha ricordato alcuni episodi che potevano costituire una notizia criminis, ma chi ha il compito di vigilare non ha ritenuto di approfondire la vicenda. Ci riferiamo alle dichiarazioni dell’esponente dell’Associazione, che ricordava che in passate elezioni siano state rinvenute in un cassonetto della spazzatura centinaia di schede elettorali, o che in alcune sezioni il numero dei votanti ha superato quello degli aventi diritto al voto, ritengo che faccia riferimento al 2001, quando si verificarono strani episodi passati totalmente inosservati, non è stato aperto nemmeno un fascicolo contro ignoti.
E’ inquietante che il più fulgido momento dell’espressione della democrazia, sia inficiato da dubbi ed episodi da terzo mondo, e sarebbe venuta l’ora di porre rimedio, partendo dalla nomina dei Presidenti di seggio, questi dovrebbero essere la garanzia del corretto svolgimento delle operazioni elettorali. Persone competenti e responsabili, nella maggior parte dei casi, ma in altri soggetti che disconoscono la legge elettorale.
Siamo venuti a conoscenza di interpretazioni del tutto dissonanti, si può comprendere l’incertezza dell’arbitro ingannato da un’azione calcistica veloce, dalla sua posizione sul campo e dall’astuzia di alcuni calciatori, chiamato ad esprimersi nel volgere di pochi secondi la propri decisione, ma nel chiuso dei seggi con la scheda sotto gli occhi gli errori non si possono compiere. Chi lo fa va punito, anche severamente e cancellato a divinis dall’esercizio di tale compito. Per essere sinceri non confidiamo che gli organi preposti a vigilare lo facciano fino in fondo, del resto non è accaduto le altre volte, perché dovrebbe accadere proprio ora?
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