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Ricordare una figura importante per la storia di Catanzaro attraverso la riedizione di un libro fondamentale per conoscere e riscoprire il periodo risorgimentale. E’ con questo spirito che la casa editrice catanzarese La Rondine ha voluto rendere omaggio a Luigi Settembrini, letterato, scrittore e patriota risorgimentale, mandando alle stampe – in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia – l’edizione integra, in copia anastatica, della sua autobiografia “Ricordanze della mia vita” pubblicata per la prima volta dopo la morte nel 1879-80. Ieri pomeriggio, nelle sale del Complesso monumentale San Giovanni di Catanzaro, si è discusso del volume e della figura di Settembrini in occasione di un incontro-dibattito, moderato da Mario Mauro, al quale ha portato i propri saluti Luigi La Rosa, assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro, che ha evidenziato lo spessore di un personaggio legato in maniera particolare alla storia del Capoluogo dove visse per tre anni e mezzo lasciando traccia di un ritratto lusinghiero del territorio e dei suoi abitanti. Settembrini si trasferì a Catanzaro con la moglie Luigia Faucitano dopo aver vinto nel 1835 il concorso per la cattedra di eloquenza nel liceo della città.
Nel Capoluogo fondò con Benedetto Musolino una setta segreta dai propositi fantasiosi, quella dei “Figliuoli della Giovine Italia”; ma venne arrestato nel maggio 1839 e, pur uscendo assolto dal processo grazie all’abile difesa, fu trattenuto arbitrariamente in carcere sino all’ottobre 1842. Persa ormai la cattedra, visse, per qualche tempo, modestamente di lezioni private; ma la sua passione politica non si arrestò e nel 1847 scrisse e diffuse in forma anonima, dando voce all’insofferenza delle popolazioni meridionali, la “Protesta del popolo delle Due Sicilie”, violento, e in breve tempo popolarissimo, atto di accusa contro il malgoverno borbonico. Dopo l’esperienza del carcere, Settembrini, intanto rifugiato nel Regno Unito, ritornò in Italia soltanto a unificazione completata.
Le “Ricordanze” offrono un ritratto degli anni della giovinezza, dell’esperienza del carcere e del grande entusiasmo per i fermenti patriottici di un uomo che portò il Risorgimento a Catanzaro. E proprio del suo contributo per la crescita del Capoluogo ha discusso Aldo Ventrici nel ribadire che Catanzaro, in quell’epoca, “rappresentava la città di riferimento in ambito regionale grazie ai diversi lavori di rifacimento delle strade e riqualificazione urbana e alla presenza del Real Teatro Francesco I. Catanzaro – ha aggiunto Ventrici – era ancora caratterizzata da un impianto medievale, chiusa nella sua antica cinta muraria, ma si distingueva per la grande apertura culturale”. All’incontro – arricchito dalla lettura di alcuni testi a cura di Mariarita Albanese – ha offerto il proprio contributo anche Corrado Iannino il quale ha sottolineato che Settembrini “lavorò per formare i giovani e divulgare un’idea di libertà intrisa di antiborbonismo. Occorre, quindi, ricordare l’onestà di un uomo integerrimo che, durante la sua vita, rifiutò tanti incarichi e occasioni di guadagno e portò avanti una nuova idea di pedagogia, tuttora attuale, volta a riscoprire il protagonismo dei giovani. In una società che ha smarrito tanti valori – ha concluso Iannino – oggi le nuove generazioni devono trovare un proprio punto di riferimento nella società grazie alla loro capacità, all’inventiva e al dinamismo”.
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