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Se bastasse realizzare a Giovino un’area attrezzata per i camper, per rilanciare il ruolo turistico della città, allora saremmo veramente a posto. Preciso che non ho nulla contro i camperisti anzi, ma l’idea di Abramo appare alquanto bizzarra, non tanto nel merito , quanto nel metodo.
Tutti sanno che quel tipo di turismo, come quello dei campeggiatori, è praticato da persone a cui non piace spendere troppo per la proprie vacanze, tanto che i camperisti si portano dietro addirittura la casa. Ma veramente si può pensare che con quella idea si possa rivoluzionare il turismo a Catanzaro Lido? Sinceramente penso di no.
Quello che andrebbe fatto è una operazione di restyling dell’intero quartiere, o almeno di quella parte che è prospiciente il lungomare. Ma prima di ogni intervento è necessaria la rilocalizzazione del famigerato depuratore. Di certo è quasi impossibile incentivare il turismo in un tratto di costa brutalmente aggredita dagli olezzi e dai liquami che, specie nei giorni più caldi, si diffondono nell’ambiente circostante. Da chi ha tanta esperienza, per aver fatto il sindaco per 10 anni ed il consigliere regionali per altri 5, come cittadini ci saremmo aspettati ben altre proposte.
Qualsiasi persona di buon senso, ancor prima di ipotizzare investimenti, penserebbe ad interventi strutturali capaci di mettere in sicurezza un territorio tanto prezioso per l’economia dell’intera Città. Sarebbe più utile ideare un progetto a medio e a lungo termine, capace di realizzare le precondizioni per qualsiasi ipotesi di sviluppo.
E’ una concezione diversa, una cultura diversa, riteniamo che questo sia l’approccio più adeguato, capace di risolvere problemi che si trascinano da anni, senza mai essere risolti. Per mutare le condizioni economiche di un territorio è necessario prima predisporre e realizzare interventi strutturali, che riguardano l’accessibilità, la messa in sicurezza dell’ambiente, le infrastrutture materiali ed immateriali.
Contemporaneamente ideare un piano che esalti la vocazione del territorio, privilegiando e favorendo la realizzazione di strutture ricettive, adeguate agli standards che offrono le altre regioni italiane. Solo dopo si può pensare che quel territorio avrà la capacità di attrarre investimenti e quindi promuovere lo sviluppo. Infine, vorrei ricordare che il Piano Regolatore, che vide la luce quando Abramo era sindaco, non fu il Consiglio comunale ad approvarlo, ma tre funzionari regionali, che l’allora Presidente Chiaravalloti fu costretto a nominare, commissariando di fatto il Civico consesso, per l’incapacità di decidere sul futuro della Città.
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