Catanzaro, nasce la Rete Ambientalista dei Due Mari

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Giovedì 3 gennaio al L.S.O.A. Ex Palestra si è tenuta la seconda assemblea dei movimenti ambientalisti della provincia di Catanzaro.

L’incontro ha affrontato i vari aspetti dell’emergenza ambientale che la Regione sta vivendo, analizzando le singole realtà territoriali della provincia ed individuando gravi responsabilità dell’ufficio del commissario all’emergenza ambientale, dei Comuni e di tutti gli enti preposti alla gestione e alla salvaguardia dei territori.

Molteplici le problematiche individuate.

Ampliamento della discarica di Pianopoli

Nel 2001 è stata presentata la richiesta alla regione, la quale ha autorizzato nel marzo del 2004 la realizzazione di un impianto di smaltimento di rifiuti speciali affidato alla Ecoinerti S.r.l., società di Vercelli con capitale sociale di 15.600 euro.

Nel 2005, dopo aver ottenuto l’autorizzazione, i soci della Ecoinerti srl hanno venduto le proprie quote alla Ile S.r.l., società controllata dalla Daneco (che gestisce già a Lamezia Terme un impianto di compostaggio dei rifiuti solidi urbani), facente parte del Gruppo Unendo, colosso del ciclo di smaltimento dei rifiuti (urbani, speciali e pericolosi) in Italia. In pratica chi gestisce la discariche e chi vi conferisce i rifiuti sono riconducibili allo stesso gruppo. Quali garanzie quindi?

Non dimentichiamo poi le vicende giudiziarie che hanno interessato la discarica, a partire dal sequestro ad opera del Corpo Forestale dello Stato nel 2005 e il processo ancora in corso; le vicende giudiziarie che vedono coinvolti amministratori e progettisti accusati tra, tra i vari reati, di aver falsamente rappresentato la reale condizione del sito, in modo da renderlo compatibile con la destinazione a discarica.

Ricordiamo che il sito che ospita la discarica risulta zona sismica di prima categoria con vincolo idrogeologico, si tratta di un suolo di natura sabbiosa con falde acquifere rilevate ad una profondità inferiore ai 20 metri, distante circa 300 metri dal torrente Grotta (affluente del fiume Amato) ed adiacente un giovane uliveto biologico nel cui terreno vi è la presenza di un pozzo per l’irrigazione.

Il conferimento di rifiuti campani a ottobre del 2010 ha portato nuovamente l’attenzione sul problema rappresentato da questa discarica.

Per questi motivi si è deciso di intervenire attraverso una serie di assemblee pubbliche e di volantinaggi informativi fino alla grande manifestazione del 14 novembre 2010. Un nuovo sequestro è avvenuto a novembre del 2010 dopo la manifestazione e le segnalazioni dei comitati locali.

A questo si aggiungono i diversi sequestri di camion per il trasposto di materiale risultato radioattivo.

Attualmente il sito è utilizzata come discarica di rifiuti solidi urbani e si sta riempiendo ad un ritmo vertiginoso. Per questo la Daneco ha ottenuto di poterla ampliare per una capienza di oltre 800mila mc come previsto dall’autorizzazione rilasciata il 23 agosto 2011.

Ampliamento della discarica di Lamezia Terme

Situata in località Stretto, la discarica è composta da due vasche ormai sature. Il Comune di Lamezia, dopo un primo annuncio di ampliamento nel 2009, sembrava aver accantonata l’idea della terza vasca, riapparsa di recente nel piano triennale delle opere pubbliche. Il tempo ed i soldi necessari per realizzarla potrebbero essere utilizzati per potenziare la raccolta differenziata ed avviare da subito un serio piano comunale dei rifiuti che, se pur non obbligatorio per legge, può divenire uno strumento indispensabile per una città come Lamezia Terme che, dietro la lucrosa gestione dei rifiuti, ha visto cadere due operai, vittime innocenti delle faide di ‘ndrangheta.

Sito di stoccaggio di Lamezia Terme

È di pochi giorni fa l’ordinanza con la quale il sindaco di Lamezia consente, per un periodo limitato di massimo sei mesi, alla Lamezia Multiservizi di utilizzare come sito di stoccaggio provvisorio per i rifiuti un terreno – classificato inquinato e per questo motivo rientrante in quei siti oggetto di bonifica e di relativo finanziamento regionale – adiacente all’ex discarica vicino al fiume Bagni, opera che verrà realizzata con un investimento da parte del comune di 80.000 euro e 15 giorni di lavoro.

Centrali a Biomasse di Panettieri, Sorbo San Basile, Lamezia Terme

Mentre sembra ormai scongiurata l’ipotesi di una centrale a biomasse a Panettieri, ne è prevista la costruzione di un’altra in Sila, nel comune di Sorbo San Basile, a poche centinaia di metri dal lago Passante, dal Parco Nazionale e dal fiume Melito. Nel 2008, l’Amministrazione Comunale di Sorbo San Basile ha firmato una convenzione con la società “Anz Power s.r.l.” per la realizzazione di una centrale a biomasse solida della potenza di 4,236mw. Questo all’insaputa dei cittadini. Quest’impianto dovrebbe bruciare 40.000 tonnellate l’anno di cippato di legno vergine, reperito in zona e circa 6000 metri cubi d’acqua. Produrrebbe ogni anno 1500 tonnellate di ceneri, considerati rifiuti speciali per la produzione di energia elettrica, ma anche CO2, polveri sottili, diossine, furani e altri prodotti come nitrati, acido cloridrico e metalli pesanti. Lo scorso 13 dicembre i legali del Comitato No alla centrale a biomasse di Sorbo San Basile hanno depositato ricorso al TAR e Giorno 24 gennaio 2013, presso il tribunale amministrativo di Catanzaro si terrà la prima udienza.

È di marzo 2011 l’annuncio di un nuovo programma di sviluppo che concordato tra la Lameziaeuropa, la Regione ed il Governo per la realizzazione di tre nuove centrali energetiche nell’area dell’ex Sir di Lamezia: due a biomasse (gas e liquide) ed una fotovoltaica proposte dalla TOZZI SPA, una holding con sede a Ravenna.

Nonostante la Calabria abbia una eccedenza produttiva in termini energetici, si persevera con la realizzazioni di impianti come quello a biomasse a forte impatto ambientale soprattutto in un’area a forte prevalenza agricola e turistica e comunque già devastata dagli scarichi abusivi di molte realtà aziendali locali e da un depuratore che per diversi anni ha sversato fogna direttamente a mare.

Nonostante la nostra richiesta di accesso agli atti relativi agli impianti a biomasse nell’area ex Sir, dall’Amministrazione comunale di Lamezia non è giunta alcuna risposta.

Un’ulteriore centrale a biomasse è stata ipotizzata, infine nel territorio del comune di Bianchi (Cs) dove si è già formato un comitato spontaneo di cittadini contrari alla centrale.

Centrale a Turbogas di Pianopoli, parchi eolici ed elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi

Il comune di Pianopoli (CZ) ha approvato la costruzione di una Centrale Termoelettrica a ciclo combinato comunemente detta Turbogas a favore della società EDISON con conseguente approvazione impatto ambientale da parte della Regione (commissario per l’emergenza ambientale) e del ministero competente prot. n. 384 del 20 giugno 2003. Il progetto consisteva in una centrale con una potenza di 770 MWe. L’EDISON però ha chiesto una variazione del progetto proponendo un potenziamento della stessa portando la potenza prodotta a 817 MWe. Nel vicino comune di Maida è già attivo un gruppo di compagni che sta portando avanti la battaglia contro questa ennesima opera inutile e dannosa per il territorio e la salute dei cittadini.

Per questi motivi il 5 novembre 2011 si è tenuta proprio a Maida una prima assemblea delle realtà ambientaliste della provincia di Catanzaro.

Sempre nella zona, precisamente nel comune di Feroleto Antico, c’è una stazione elettrica collegata all’elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi, impianto a 380kw autorizzato con decreto ministeriale nel 2002 ed energizzato Il 31 ottobre del 2005 che serve a trasportare l’energia elettrica prodotta in Calabria verso il nord Italia.

La Calabria, infatti, è in surplus energetico, ovvero si produce più energia di quanta effettivamente ne serve. Questo grazie alla costruzione di impianti inutili spesso in odor di ndrangheta come i parchi eolici e le diverse centrali a biomasse o a turbogas sparse su tutta la regione.

Privatizzazione della Lamezia Multiservizi S.p.A.

Conclusa la campagna referendaria, il Comitato Lametino Acqua Pubblica ha continuato a portare avanti una battaglia contro la privatizzazione della Lamezia Multiservizi S.p.A. che gestisce tutti i servizi pubblici locali (servizio idrico, trasporto urbano, scuolabus, verde pubblico, manutenzione e pulizia delle strade, servizi cimiteriali, canile, illuminazione pubblica, raccolta rifiuti solidi urbani, discarica comunale) affinché l’azienda possa essere trasformata in un’azienda speciale di diritto pubblico.

Inquinamento marino e depurazione

Diverse sono le criticità esistenti, ormai da un decennio, sulla depurazione a Lamezia e più in generale su tutto il settore depurativo calabrese.

Gli anni del commissariamento per l’emergenza depurazione e gli oltre 500 milioni di euro spesi inutilmente per la realizzazione di nuovi impianti di depurazione, hanno segnato l’ennesimo fallimento della politica ambientale della nostra regione.

Le realtà ed i cittadini presenti all’assemblea hanno quindi dato vita alla “Rete Ambientalista dei Due Mari” un coordinamento provinciale dei movimenti in difesa dell’ambiente e del territorio ed invitano tutte le altre realtà autorganizzate ed i movimenti ambientalisti della zona a partecipare a questo nuovo progetto, avviando così un percorso comune di lotta dal basso, attraverso iniziative mirate a sensibilizzare la popolazione ed azioni, anche forti, finalizzate alla difesa dei propri territori sulla base della seguente piattaforma:

– No agli ampliamenti delle discariche di Alli, Lamezia Terme e Pianopoli ed alla creazione di nuovi impianti o di inceneritori;

– No alla realizzazione di centrali a biomasse, turbogas o carbone;

– No alla realizzazione di nuovi parchi eolici;

– No alla privatizzazione della Lamezia Multiservizi S.p.A.;

– Chiusura dell’ufficio del commissario all’emergenza ambientale;

– Estromissione dei privati dal ciclo dei rifiuti;

– Adozione della strategia rifiuti zero in tutti i comuni della provincia;

– Potenziamento della rete depurativa;

– Potenziamento dei trasporti pubblici.

Proprio in quest’ottica, la Rete fa propria la battaglia contro la centrale a biomasse a Sorbo San Basile e, in occasione della prima udienza relativa al ricorso contro questo impianto, lancia un presidio davanti al TAR di Catanzaro per giovedì 24 gennaio alle ore 9.30.

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Author: Cristina

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