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L’università di Catanzaro è uno dei pochi atenei che non interagisce con la città che la ospita. Non è tanto la sua collocazione geografica che penalizza l’integrazione, semmai le ragioni vanno ricercate nel totale disinteresse, che in questi anni, le varie istituzioni hanno dimostrato verso questo importante presidio di cultura. Nei primi anni della sua istituzione, la situazione era veramente insostenibile dal punto di vista logistico.
Le varie sedi erano appena adattate alle funzioni che dovevano svolgere e arrecavano notevoli disagi agli utenti. Nonostante ciò gli studenti interagivano con la città, tanti di loro mantenevano vivo il mercato degli affitti, alimentavano il commercio e tante altre attività. La ferrea volontà del compianto rettore Venuta, che lo portò a fare una scelta radicale, delocalizzando le strutture universitarie nel complesso di Germaneto, ha migliorato radicalmente la situazione.
Quella scelta però è stata subita con rassegnazione e disinteresse dalle istituzioni, per primo il Comune e poi la Provincia, nel senso che nulla è stato fatto per recuperare un rapporto, che in tutte le città italiane è proficuo per entrambi. L’Università è una risorsa culturale e scientifica che non può rimanere ai margini della vita della città e va fatto uno sforzo per includerla non per escluderla. Recuperare il rapporto significa accedere alle sue risorse scientifiche, che possono contribuire al miglioramento dell’amministrazione, ma non solo, penso a campagne per la prevenzione nel settore sanitario, per sensibilizzare i cittadini direttamente nei quartieri e nelle scuole.
Ma anche la facoltà di Giurisprudenza e Scienze politiche, se adeguatamente coinvolte, possono contribuire a modernizzare e rendere efficiente la pubblica amministrazione. Quest’ultima dovrebbe essere l’artefice di questo processo di integrazione. Prima di ogni cosa, visto che gran parte delle infrastrutture sono state realizzate o in corso di ultimazione, bisognerebbe privilegiare i collegamenti tra l’Università ed il centro storico ed il quartiere di Lido.
Poi il Comune, la Provincia e la Camera di Commercio, dovrebbe promuovere e finanziare convenzioni con le associazioni di categoria. Per arrivare a dotare gli studenti e i docenti della Catanzaro card, uno strumento che consente ai possessori di accedere a prezzi agevolati ad una pluralità di servizi nel settore dei trasporti, della cultura, del commercio e della ristorazione. E’ un’esperienza che molte città italiane hanno già fatto, con risultati eccellenti. Certo per realizzare l’integrazione va fatto uno sforzo che richiede risorse finanziarie, ma sono certo che l’investimento darà i frutti sperati.
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