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Il primo maggio, il giorno della festa del lavoro che non c’è, è opportuna fare una seria riflessione sulle dinamiche che inviluppano sempre di più i territori meridionali. E’ oramai chiaro che la Regione Calabria non riesce a definire politiche concrete per lo sviluppo socio-economico del territorio.
La rimodulazione del POR ha solo prodotto pesanti ritardi negli interventi programmati, ma sembra mancare una visione unitaria capace di individuare obiettivi concreti e strategie mirate per uno sviluppo sostenibile.
La programmazione regionale dovrebbe porsi come obiettivo primario la creazione di nuovi posti di lavoro, oltre al mantenimento di quelli esistenti. Ma l’opinione più diffusa e che l’attenzione della Giunta si sia concentrata solo sulla mera realizzazione di opere pubbliche, le uniche capaci di dare visibilità.
Gli indicatori economici disegnano una regione in forte recessione, e la mancanza di concrete azioni fanno prevedere il peggio. Mi rivolgo a Voi, perché Vi facciate promotori di nuove iniziative, in seno alla Commissione Europea, per promuovere nuove iniziative in favore dello sviluppo sostenibile di città e quartieri in crisi delle Regioni dell’obiettivo 1.
Già dal 1988 la CE riconosceva l’importanza della dimensione urbana nelle politiche comunitarie e sottolineava segnatamente le possibilità insite nei programmi di sviluppo regionale. Del resto gli obiettivi dei PIC URBAN era quello di promuovere il miglioramento durevole delle condizioni di vita delle città, ed in particolare dei quartieri più poveri e socialmente degradati, mediante l’attivazione integrata di progetti innovativi.
Non vi sfugge che la novità sostanziale di tale iniziativa era quella di aprire un rapporto diretto tra la CE e le municipalità, bypassando di fatto la mediazione regionale, fattore di intralcio e di colpevoli ritardi. Il rifinanziamento di tali iniziative sarebbe l’unica speranza per i comuni meridionali di intervenire con progetti integrati, capaci di risollevare dallo squallore e dallo stato di abbandono di interi quartieri, ora abbandonati al loro destino.
Di fatto nei tre programmi finanziati, dal 1994 al 2006, le problematiche delle aree urbane sono state affrontate con un approccio integrato che prevedeva la realizzazione di interventi tali da attivare sia la promozione dello sviluppo economico e l’occupazionale locale sia la crescita e l’integrazione sociale delle fasce più deboli ed emarginate della popolazione residente nell’area di intervento. Ma la caratteristica principale è che le risorse finanziarie disponibili sono state concentrate in aree ristrette, ben delimitate e su interventi aventi un carattere possibilmente innovativo.
Mi rendo conto che la situazione finanziaria complessiva limita fortemente tali iniziative, ma uno sforzo concreto in questa direzione va fatto, per dare speranza a tanti cittadini, migliorando almeno la qualità della vita. Sono certo che il vostro impegno che, quotidianamente profondete in favore della nostra regione, vi indurrà ad elaborare una proposta concrete in favore delle citate azioni.
Mauro Lanzo
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