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Seppur il maltempo abbia non abbia concesso tregua, le due serate che l’amministrazione provinciale di Catanzaro e l’associazione Frenèsia hanno dedicato a Giovanni Pascoli in occasione del centenario della sua morte hanno dato risultati ottimi e la “natura” pascoliana è riuscita a prevalere su quella burrascosa, presentatasi giovedì e venerdì con pioggia e vento.
Gli italiani, diciamo la verità, tendono a non coccolare i grandi della propria letteratura e sono state poche quest’anno le istituzioni che hanno dato voce al poeta romagnolo nonostante la ricorrenza così importante. A Catanzaro, città nella quale tra l’altro Pascoli soggiornò nel 1895, abbiamo potuto rivivere e rigustare i versi di colui il quale ha completamente trasformato la scena poetica italiana nei primi del novecento sostituendo all’eroismo e alla poesia d’amore una poesia che sempre all’amore può ricondursi, non però a quello tra uomo e donna bensì a quello tra uomo e natura. La poesia non si crea, non è opera del poeta ma della natura stessa. Il poeta, dunque, è colui che riesce a cogliere da essa un “particolare”, un attimo che già in essa esiste ed è di per sé poesia. Ma gli adulti sono troppo impegnati nei loro pensieri per concentrarsi su questo particolare e allora non resta che lasciare libero il “fanciullino” che ognuno di noi porta in sé.
Sono gli occhi dei bambini a fotografare ciò che vedono senza interpretarlo con la malizia dell’adulto: è la natura che attraverso la voce pura del bambino si fa poesia. Questo è stato il senso della lezione che il professor La Rosa ci ha dato giovedì 13. Ed è grazie agli attori del Teatro di Calabria “Aroldo Tieri”, eccezionali nell’interpretazione di alcune liriche pascoliane, se si è potuto cogliere il senso del commento del professore. La giornata seguente ha visto, invece, il successo di una voce lirica, quella del tenore georgiano Mikheil Sheshaberidze, di cui sentiremo sicuramente parlare in futuro. Accompagnato al pianoforte dalla bravissima pianista reggina Graziella Danieli, ha interpretato romanze e canzoni legate alla figura di Giovanni Pascoli. Daniele Rubboli, storico musicologo romagnolo, ci ha infatti condotto lungo un percorso sconosciuto ai più, ovvero quello dei legami tra Pascoli e i musicisti contemporanei.
La chiesa del San Giovanni, concessa grazie alla disponibilità del parroco Don Francesco e del Priore Iuliano, è stata la cornice ideale dello spettacolo. Visto il successo del binomio musica-letteratura, pare sia in arrivo una doppia serata dedicata a D’Annunzio, a buon intenditor…
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