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Chi pensava che le cosche ‘ndragatiste e assassine avessero accusato il colpo che pur con tanti sacrifici ma con altrettanti meriti le forze dell’ordine e della magistratura hanno portato a segno, si è sbagliato!
Che l’azione del sequestro dei beni e il loro affidamento per utilizzo di azioni di sostegno agli strati più’ bisognosi fosse quella più giusta perché colpiva al cuore l’immagine e l’orgoglio ‘ndrangatista si dimostra ancora di più rafforzata.
Questa scelta di affidare i beni confiscati a chi da sempre, alle volte anche in solitudine, o con qualche incomprensione, ha fatto della lotta alla ‘ndrangheta una lotta di liberazione delle coscienze, dallo struttamento, di legalità, di eguaglianza davanti ai diritti, come in modo costante la conduce “Progetto Sud” guidata da don Giacomo Panizza, si rivela coerente e testimoniale.
L’azione criminale condotta il giorno di natale contro la “Progetto Sud” è un’azione firmata, di sfida, indicatore di una strategia di offensiva alle istituzioni tutte, senza alcuna esclusione, che giunge dopo un’escaltion di atti criminali che hanno terrorizzato il vivere quotidiano di un territorio.
Questo lanciare attacchi frontali da parte della ‘ndrangheta ci deve preoccupare ad ogni livello, politico, economico, sociale, perché è proprio nei momenti di più acuta crisi e di maggiore distacco fra paese reale e paese legale, fra persone e istituzioni, che si creano le condizioni per riannodare da parte della ‘ndragheta i nodi del “consenso silenzioso” .
Per noi quella di Lamezia non è solo un atto violento, ma un attacco alla democrazia dell’intera Regione Calabria…
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