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Nella grande ed esaltante avventura che questa campagna elettorale è stata, capace di esaltare e rinnovare, per quanto riguarda la candidatura di Salvatore Scalzo a Sindaco di Catanzaro, le energie migliori di una buona politica da troppo tempo soffocata nella nostra città, anche il mio impegno personale ha avuto momenti molto belli da ricordare.
A partire dalla bellissima presentazione in libreria, per la quale ringrazio ancora l’amico Nunzio Belcaro, sostenitore convinto della prima ora della mia candidatura. Altri bei momenti sono stati certamente l’incontro con gli artisti in Villa Margherita o quello con il mondo della scuola. Infine la presentazione dell’appello alla comunità cristiana, momento davvero alto, che non si presta a fraintendimenti di alcun genere, laddove emerge quello che è il coraggio autenticamente cristiano di testimoniare la necessità di un sostegno convinto a quella che è la nuova primavera di una società tutta da edificare, a partire dai pilastri della solidarietà, dell’accoglienza, della speranza.
Ringrazio quindi innanzitutto Salvatore Scalzo, che mi ha voluto al suo fianco in questi e in altri momenti della nostra comune avventura, di quel comune ritorno ad Itaca nel cui cammino ci siano immediatamente riconosciuto e ritrovati. Spero di aver risposto in maniera dignitosa e onesta a chi mi ha voluto trascinare, in un primo tempo un po’ riluttante, in questa straordinaria avventura, a partire dal commissario Lino Silipo, dal sindaco Olivo, dall’amico Davide Cosco. Ringrazio tutti coloro che in qualche modo mi hanno sostenuto e incoraggiato e soprattutto ancora chi vorrà donarmi infine il dono prezioso di libertà civile che è espresso dal voto di preferenza. Al di là di quello che sarà il risultato elettorale, mio e della coalizione, sento comunque di potermi degnamente “candidare” a rappresentare quei valori che ho voluto indicare come slogan della mia campagna: competenze, cultura, creatività. Valori più volte richiamati da Scalzo, che sono la chiave del suo e del nostro progetto politico.
Concludo citando le parole con cui l’amico Sergio Givone, uno dei più noti intellettuali del nostro tempo, ha voluto sottoscrivere l’appello da me inoltratogli:
“Caro Massimo, ho letto l’appello e lo firmo volentieri, pur non essendo direttamente coinvolto, poiché in esso c’è un’ispirazione ideale come da tempo in politica non si vedeva. A te e ai tuoi amici i miei auguri più affettuosi”.
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