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Nell’aggregazione politica di nuova formazione, che rappresenterà la vera alternativa programmatica e amministrativa per la città di Catanzaro, si inizia a delineare la formazione degli uomini che si impegneranno per la rinascita del capoluogo di regione. Nella sala convegni del Palace Hotel di Catanzaro Lido, il Movimento Azione Popolare ha organizzato un dibattito con un nutrito gruppo di fedeli sostenitori per indicare il nome del futuro sindaco e per delineare la squadra della coalizione da proporre tra pochi giorni alla città.
A dirigere i lavori e il dibattito erano presenti Giuseppe Mazzullo, Giuseppe Apostoliti e Filippo Capellupo. Quest’ultimo ha aperto la serie degli interventi ringraziando i tanti ex amministratori comunali presenti, da tutti ricordati come uomini probi e di grande capacità amministrativa, meritevoli di aver lasciato ai propri concittadini una città eccellente e strutturalmente in crescendo, in un’epoca in cui Catanzaro poteva davvero fregiarsi del ruolo di città capoluogo.
Uomini vicini a questa coalizione che garantiranno una presenza reale e capillare in tutti gli angoli della città, così come era usanza fare nel corso del loro passato amministrativo. «Apriamo gli occhi – ha esordito Capellupo – e lavoriamo soprattutto per il presente di questa città, che purtroppo vivrà l’onta di essere annoverata tra le pochissime città capoluogo che hanno sforato il cosiddetto Patto di Stabilità. Questa infamia costringerà i futuri amministratori a funambolismi e salti mortali, prima di restituire ai cittadini catanzaresi una libera gestione delle risorse in dotazione. Per fare ciò, sarà necessario uno strabismo politico che guardi, con un occhio, alle buone pratiche amministrative e alla serietà di una volta e, con l’altro, al futuro sviluppo sociale e urbanistico della città. Noi vogliamo riportare Catanzaro alla normalità, con un’immagine e una dignità da ripristinare.
Lontani da lobbistiche logiche di spartizione o dagli interessi particolari di quei noti segmenti imprenditoriali che hanno soffocato la speranza e lo sviluppo della nostra città. Affinché questo succeda stiamo aggregando forze pulite e sane, insieme a uomini competenti e volenterosi, dotati di grande senso di responsabilità, oltre che di quelle teste pensanti che dovranno servire alla guida della città. Chi siederà a Palazzo De Nobili dovrà affrontare una stagione difficile, con grandi imprese da affrontare per superare i tanti problemi economici e strutturali lasciati negli ultimi 15 anni. Noi vogliamo farci carico di questo gravoso impegno, ma i cittadini devono sapere che questa è davvero l’ultima chance che viene offerta a Catanzaro. Non si potranno scegliere i futuri amministratori per simpatia e parentela o, peggio, per ripicca verso qualcuno. Non servono giovani promesse, ma solo integerrime figure di sicura competenza e di visionaria lungimiranza».
A sostenere il pensiero di Capellupo è stato lo stesso Giuseppe Mazzullo, che ha così proseguito: «Le riflessioni che seguono le vergognose dimissioni di Traversa sono molteplici quanto inquietanti. Specialmente, se consideriamo il risultato bulgaro con cui la gente gli ha affidato le proprie speranze nell’assegnargli la guida della città. Siamo in uno stato continuo di degrado che non possiamo più tollerare e in uno svilimento del ruolo guida di Catanzaro verso le altre città della nostra regione che, nel tempo, hanno allontanato dalla città i benefici e gli interventi migliorativi di tutto il tessuto sociale. Diversamente da quanto ottenuto dai soliti noti.
Ci rendiamo conto che non sembrano più esistere gli interessi per l’Università e i suoi studenti? Per le associazioni culturali e di categoria, relegati a pura presenza e senza più voce in capitolo? Il bene pubblico e gli interessi della collettività vanno tutelati e trattati come tali, operando con senso di responsabilità e con spirito di servizio. Vanno rilanciate le tante opere pubbliche, strutturali e infrastrutturali, lasciate da 15 anni nel cassetto e che potrebbero dare uno sviluppo reale alla città: partendo dal porto, passando dall’area industriale e universitaria, salendo fino al centro storico. Infine, ma non secondaria, va posta tutta la nostra attenzione nei confronti di una crescente e preoccupante microcriminalità, che ha raggiunto limiti allarmanti e insopportabili per una città civile ed evoluta come Catanzaro.
Così come è necessario contrastare con forza la invadente criminalità organizzata, che sta incancrenendo la nostra società, cercando di appropriarsi spudoratamente del nostro sano tessuto economico e produttivo. Per fare questo non sarà necessario dotarsi di un outsider, di un professore tecnico, delle tanto rassicuranti lobby o, ancor di più, di quei consiglieri che da 15 anni siedono sempre tra i banchi del Consiglio Comunale. Vi siete mai chiesti perché questi infaticabili e abituali frequentatori di Palazzo De Nobili sono lì da tanto tempo? Per me due sono le eventualità, e nessuna delle due rassicuranti: o i poteri forti li ritengono indispensabili e insostituibili, perciò li tutelano, oppure sono i fatti che debbono essere tutelati attraverso la costante presenza di questi consiglieri.
Liberiamoci, allora, dai fili intrecciati di questa rete, in cui la città è tenuta ostaggio ormai da troppo tempo, e offriamo a Catanzaro un solo filo logico e pulito su cui costruire il nostro futuro». Prima di dare spazio ai contributi dei tanti presenti in sala, è stato Giuseppe Apostoliti a concludere gli interventi. «Siamo in un coma ormai irreversibile. Serve solo un miracolo. E questo miracolo dobbiamo farlo tutti quanti noi, eleggendo i futuri amministratori non più per convenienze personali o appartenenza politica, ma solo guardando alla storia delle persone che si proporranno e alle loro capacità umane e professionali.
In questa città manca il lavoro per i nostri giovani, ma se vogliamo offrire loro uno sbocco occupazionale serio dobbiamo offrire alla città un’alternativa amministrativa reale e competente, così come sarà necessaria una seria e operativa programmazione. Questa aggregazione che si presenta con determinazione e con disponibilità sincera al volere dei catanzaresi, non appartiene a nessuno. Appartiene solo ai cittadini, che devono essere serviti onorevolmente dai propri amministratori».
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