Caso malasanità a Diamante: signora sta male e il 118 non attiva ambulanza

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È l’ennesimo caso di malasanità che coinvolge, ancora una volta, la centrale operativa 118 di Cosenza ivi compresi medici ed infermieri in servizio presso di essa. La denuncia dell’accaduto proviene dal Tribunale del Malato di Diamante che pone l’attenzione su un episodio accaduto nella sera di sabato a Diamante, nei pressi del lungomare, ove una signora è stata colta da malore e conseguentemente è stato attivato il 118.

A distanza di dieci minuti dalla telefonata, vista la presenza di una postazione del 118 a Diamante e il mancato arrivo dell’ambulanza, un parente della malcapitata si recava presso la sede della postazione ove apprendeva dal personale in servizio che l’ambulanza presente sul posto non era stata attivata dalla centrale operativa del 118.

Lo stesso personale apprendeva dalla centrale 118, quindi contattata dallo stesso, che era stata attivata l’ambulanza di Cetraro in quanto era stata richiesta la presenza del medico da un medico, a sua volta, presente sul posto.

“Siamo al grottesco, al tragicomico e al paradossale; – è l’esordio dell’avv. Domenico Oliva referente per il Tribunale per i Diritti del Malato alto Tirreno Cosentino – la centrale operativa, contravvenendo ad ogni criterio logico oltre che normativo, attiva una ambulanza distante e non quella presente sul posto soltanto perché un medico chiede una ambulanza con medico. Siamo veramente al livello più basso nella logica operativa ed organizzativa, inoltre dire che tutta questa vicenda, così come tante altre, è assurda è dire poco. Il mio senso di dignità professionale sarebbe messo a dura prova da tale accadimento se fossi nei panni degli operatori e del medico di centrale protagonisti di questa vicenda.

Sinora, a quanto pare, non è stata sufficiente la proposizione di ricorsi ed esposti da parte della postazione 118 di Diamante e nei confronti della centrale operativa 118 di Cosenza per porre un freno a simili abnormi episodi. Si attende che ci scappi il morto per correre ai ripari ed adottare le misure ed i provvedimenti conseguenti. Gli operatori della centrale operativa, medici compresi, affermano nei loro programmi di formazione che è necessario attivare l’ambulanza più vicina al luogo dell’evento al di là se a bordo ci sia medico o infermiere o soccorritore; tuttavia, all’atto pratico, fanno tutto l’opposto attivando l’ambulanza più distante mettendo chiaramente a rischio la vita del paziente.

Non viene usato il rendez vous tra ambulanze tanto propinato ed insegnato dagli stessi istruttori di centrale (l’ambulanza che interviene per prima si incontra lungo la strada con quella proveniente da più lontano); non esistono protocolli farmacologici adeguati agli equipaggi con infermieri tanto che gli stessi medici della centrale 118 chiedono di effettuare terapia con farmaci che la stessa centrale 118 non ha fornito; il direttore sanitario della stessa ASP ha definito inadeguati tali protocolli avallandone, però, l’attuale utilizzo con la sua inerzia; le continue attivazioni al di fuori dal territorio previsto dalla convenzione e le inattivazioni nel territorio di competenza.

Tuttavia, da parte della centrale 118, ci si nasconde dietro aspetti puramente burocratici continuando, sostanzialmente, a mettere a repentaglio la vita delle persone permettendo che trascorrino minuti essenziali per un soccorso efficace (per come insegnato dagli stessi istruttori del 118). – incalza l’avv. Oliva – Provvederò personalmente, questa volta come cittadino e non in veste di responsabile del TDM, a proporre un dettagliato esposto alla procura della repubblica, su questo ennesimo episodio insieme con altri, sperando che possa essere l’inizio di un percorso diretto a ristabilire un equilibrio essenziale per  un servizio che reputo prioritario e prezioso per la salute mia e di tutta la collettività.

Non si può tacere su episodi come questo che è uno dei tanti di cui la centrale del 118 di Cosenza si è resa, sinora, artefice. Non so se tali episodi sono determinati da incompetenza, superficialità, mancanza di formazione adeguata o da altro, tuttavia spero si chiariscano le cause di così frequenti episodi di malasanità. Mi pongo, infine, una domanda: cosa farebbe uno dei medici o degli infermieri della centrale operativa se, essendo colto da grave malore, venisse attivata l’ambulanza più distante e non, al contrario, quella presente sul posto? Sperare che avvenga potrebbe essere un sistema per far iniziare a cambiare le cose evitando inoltre che, vedere una ambulanza a breve distanza ma non attivata dalla centrale 118, in caso di una emergenza urgenza possa essere un motivo di turbamento dell’ordine pubblico presso la collettività.”

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1 thought on “Caso malasanità a Diamante: signora sta male e il 118 non attiva ambulanza

  1. e non sapete quello che succede nel basso jonio e l’utilizzo che si fa delle ambulanze come fare la spesa recarsi alla posta alla banca a comprare il pesce fresco tutto con la complicità della centrale operativa di cosenza che fa finta che le cose vanno bene ,fa bene l’avvocato Oliva a massacrarli sono incapaci mediocri e senza coscienza .Se sono capaci facciano una ricognizione del personale e si appurerà che la categoria dei medici è una categoria di moribondi considerato quanti sono dispensati dal servizio sull’ambulanza e destinati a mansioni che nulla hanno a che fare con l’emengenza come stilare ricette per gli aghi pungidito dei diabetici o distribuire metadone al Sert oppure distribuire cateteri vescicali e pannoloni per gli incontinenti naturalmente continuando a percepire l’indennità di rischio ambulanza.Si faccia luce sui criteri di valutazione del personale.Con quale diritto questa gente deve mortificare chi lavora con coscienza.

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