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Nelle celebrazioni per la ricorrenza del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia una parte non irrilevante va senz’altro riservata alla Calabria che, nelle varie fasi che scandirono il nostro Risorgimento, dai moti carbonari del 1820-21 e del ’31 a quelli del ’47-’48, fino ad arrivare alla spedizione dei Mille del 1860 e all’anno successivo, in cui a Torino fu proclamata l’unità della Penisola, ricoprì sempre un ruolo di primissimo piano e di elevato prestigio.
Sia per essere stata teatro di memorabili avvenimenti, sia per aver dato un contributo di intelligenze, di idee e di vite umane alla causa patriottica. Ad esporre in un quadro chiaro e facilmente comprensibile, con uno stile divulgativo fedele alla verità storica, le fasi salienti che scandirono la presenza in Calabria di Garibaldi è il giornalista catanzarese Francesco Pitaro, autore del volume “Camicie rosse in Calabria – Scritti e riflessioni nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia” – in uscita per i tipi della casa editrice “EDIZIONI la rondine” di Catanzaro – che si fregia del logo ufficiale delle celebrazioni ed è stato diffuso anche presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
«Memorabili furono quegli avvenimenti che costituirono i prodromi al processo risorgimentale – scrive l’autore nell’introduzione -, come i condannati a morte di Catanzaro, le fucilazioni dei cinque martiri di Gerace, l’impresa eroica dei fratelli Bandiera, la sollevazione di Reggio Calabria, il sacrificio dei congiunti di Benedetto Musolino. E tanti altri episodi non meno importanti che scandirono la storia della Calabria, dalla restaurazione borbonica fino all’Unità.
Come non vanno dimenticati avvenimenti tristi e meno tristi che si svolsero in terra calabra. Si pensi allo scontro di Campotenese e dell’Angitola, e ai molti tentativi di insurrezione che ebbero luogo nei vari centri della regione. E così pure ai tanti uomini di ingegno che, da Padula a Mauro, a Di Siena, si spesero con il loro apporto intellettuale e letterario, mettendo a repentaglio la loro vita, a sostegno della libertà e l’indipendenza».
Limitatamente al periodo di tempo riconducibile al 1860-61, la Calabria fu testimone di eventi che, in quel contesto, furono decisivi per la riuscita del progetto garibaldino di liberare il Regno delle Due Sicilie o che rivestono una certa valenza dal punto di vista strettamente storico: «Basta ricordare lo sbarco a Melito di Porto Salvo, l’occupazione di Reggio Calabria, l’ammutinamento borbonico di Mileto e il celebre disarmo di diecimila soldati borbonici a Soveria Mannelli – prosegue l’autore -.
Allo stesso modo va tenuto nel debito e giusto conto il ruolo che vi svolsero personalità del livello di Benedetto Musolino, Francesco Stocco, Francesco Assanti, Francesco Sprovieri, Andrea Cefaly, Eugenio Tano e di quel grande garibaldino della “seconda ondata” che fu Achille Fazzari. In sede parlamentare infine recitarono una parte tutt’altro che secondaria deputati della prima ora, a cominciare da Francesco De Luca e Raffaele Piria, per finire ai diversi ex garibaldini che si conquistarono un seggio a palazzo Carignano.
Un calabrese presente, inoltre, nel primo governo dell’Italia unita, il IV e ultimo dell’era Cavour, nella persona del giurista Vincenzo Niutta, ministro senza portafoglio e componente della commissione governativa preposta all’unificazione dei codici».
La lunga serie di importanti fatti storici viene, dunque, riassiunta in una serie di brevi interventi concepiti, scritti e destinati alla pubblicazione sui giornali: «E’ più che mai necessario mettere in evidenza il notevole apporto che la Calabria diede in termini di intelligenze, energie e sacrificio di vite umane alla causa risorgimentale – conclude Pitaro -, avendo come immaginari interlocutori soprattutto i giovani, così come è nello spirito dell’editore. Con un pensiero particolare a quanti magari tendano a sottovalutare o a porre in secondo piano le risorse e le potenzialità che questa regione ha espresso in ogni tempo e in ogni circostanza».
L’AUTORE
Francesco Pitaro è nato a Gagliato (CZ) il 17 febbraio 1953, e vive a Montepaone. Giornalista, ha collaborato alla Radio Vaticana e ha scritto per Tuttosport, Corriere dello Sport-Stadio, Giornale di Napoli, Giornale di Calabria, Oggi Sud, il Quotidiano della Calabria, Gazzetta del Sud. È stato comunicatore presso il Dipartimento “Politiche comunitarie” e all’Unità di progetto “Relazioni internazionali” della Regione Calabria. È collaboratore fisso del periodico Calabria Letteraria e scrive sulle pagine di cultura e spettacolo di Gazzetta del Sud.
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