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Il Comune di Lamezia Terme ha diramato gli importi delle rette per gli asili nido per l’annualità 2012-2013, che risultano aumentate rispetto a quelle dell’annualità precedenti. Se per l’annualità 2011-2012 le famiglie con reddito inferiore a € 5.164,56 hanno avuto diritto a concorrere alla riserva dei posti a tariffa gratuita, quelle con reddito fino a € 7.746,85 hanno concorso alla riserva dei posti per la tariffa agevolata di € 83,66, e tutte le altre pagavano la quota intera di € 142,53, con l’ultimo provvedimento dell’Amministrazione Comunale, da settembre le tariffe passando da tre a cinque e, aumentando considerevolmente gli importi, cessano di avere quella funzione di aiuto sociale che avevano avuto finora.
Non è più presente, infatti, la tariffa gratuita: chi è senza reddito si trova a pagare una quota mensile di € 85,00 (pari a € 935,00 annui); per chi ha un reddito compreso tra 5.000,00 a 9.000,00 la quota mensile da pagare è di € 130,00 (€ 1.430,00 annui); per chi ha un reddito da € 9.000,01 a € 14.000,00 la quota mensile è di € 170,00 (€ 1.870,00 annui); per chi ha un reddito tra 14.000,01 e 20.000,00 la quota mensile è di € 220,00 (€ 2.420,00 annui); sopra i 20.000,01 la quota mensile è di € 260,00 (2,860,00). Già da una prima lettura delle tariffe si evince come una famiglia senza reddito si troverebbe, con enormi difficoltà, ad esborsare in un anno 935,00 euro.
L’emancipazione delle donne nel mercato del lavoro ha portato le mamme ad assumere un nuovo complicato ruolo nella famiglia moderna, negli ultimi anni, quindi, tutte le istituzioni centrali invitano le Amministrazioni Locali a favorire il “Work and family life” ossia, tradotto in termini più semplici, la conciliazione tra la vita familiare ed il lavoro, rendendo più sopportabili i compiti rigidi, legati all’occupazione, al lavoro “fuori casa” e, i compiti del lavoro familiare e della vita della famiglia migliorando i servizi di cura. Gli asili nido, con il loro servizio, rappresentano appunto una soluzione che contribuisce a rendere più “sopportabile” la conciliazione famiglia-lavoro. Sia la Chiesa nell’ultimo Forum Mondiale della Famiglia tenutasi recentemente a Milano, sia la ultra-laica Unione Europea invitano a rendere sempre più concreto questo processo.
Addirittura l’UE in un documento ufficiale stabilisce che “la conciliazione tra lavoro e vita familiare è riconosciuta a livello europeo come un importante mezzo di realizzazione della parità tra uomini e donne”. Non si comprende quindi quale sia stata l’esigenza politica di un provvedimento che va contro la realtà lavorativa delle famiglie di oggi.
Il “Centro Studi Aletheia”, nato per offrire un contributo al dibattito sulle problematiche economiche e sociali del territorio legate ai temi della famiglia e dell’infanzia, chiede di aprire un confronto costruttivo con l’Amministrazione Comunale al fine di poter trovare una soluzione sulla problematica, in particolare per le famiglie senza reddito, che non potendo più concorrere alla riserva di posti si troverebbero a pagare una retta annua di €935,00.
Da un punto di vista economico sarebbe opportuno trovare anche solo una parte della somma preventivata dall’Amministrazione Comunale, quella necessaria per tutelare almeno i redditi meno abbienti, inclusi in tale fascia di popolazione, attraverso i numerosi canali alternativi di finanziamento ovvero mediante il recupero delle somme (poche migliaia di euro) da altri capitoli di bilancio comunali rimasti a disposizione.
Il “Centro Studi Aletheia”, chiedendo un proficuo incontro con l’Amministrazione, auspica una particolare attenzione alla risoluzione di problematiche importanti e complesse che riguardano il benessere di genitori, dei bimbi e della famiglia nel suo complesso.
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E si lamentano?
Io in Brianza pagavo 650 € al Mese
E non sono miliardario, ma un semplice emigrato e impiegato in una ditta con uno stipendio normalissimo.