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Impiantate per la prima volta all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme due protesi fonatorie. Nei giorni scorsi infatti l’equipe medica dell’Unità operativa di Otorinolaringoiatria, diretta dal dottore Raffaele Grasso, ha impianto due protesi, utilizzando una tecnica innovativa, ad altrettanti pazienti laringectomizzati, uno proveniente da Catanzaro e un altro da Reggio Calabria.
Un terzo paziente di Falerna sarà sottoposto ad intervento nei prossimi giorni. L’unità operativa diretta dal dottore Grasso è appunto uno dei pochi centri che utilizza una tecnica innovativa per impiantare le protesi fonatorie, che permettono ai pazienti di riavere la voce.
“Nella chirurgia oncologica testa-collo, in particolare nella chirurgia oncologica della laringe e nella laringectomia totale – ha spiegato Grasso – quando si asporta totalmente la laringe, così come è avvenuto per tutti e due i casi dei paziente che abbiamo operato, si separa definitivamente la via aerea dalla via digestiva, e la via aerea viene abboccata all’esterno. Si tratta di una vera e propria mutilazione, in quanto il paziente non sente più gli odori, così come non ha più la possibilità di parlare, dato che viene asportata la laringe, che è l’organo che produce la voce. Per questo, il nostro reparto si è attrezzato, abbiamo chiesto all’Asp di comprare queste due protesi fonatorie e le abbiamo impiantate a questi pazienti arrivati uno da Catanzaro e un altro da Reggio Calabria. Dopo due giorni dall’intervento, i pazienti sono stati dimessi e sono tornati a casa”.
“Per quanto riguarda la protesi – ha proseguito il dottore Grasso – si tratta di una sorta di doppio bottone, con un piccolo segmento più stretto al centro. Il paziente a cui deve essere impiantata la protesi viene sottoposto ad anestesia generale e con l’esofagoscopio si arriva al livello dell’ipofaringe inizio dell’esofago; qui si installa uno dei bottoni e l’altro rimane all’esterno della parete tracheosofagea. La protesi è fatta in modo che quando il paziente mangia il cibo scivola via senza intoppi. Questa protesi permette di produrre un suono, un rumore che viene trasformato in parola. Questo significa che il paziente può tornare ad utilizzare nuovamente il linguaggio verbale”.
Grazie a questo impianto il paziente riesce ad avere una voce pressoché naturale. “La protesti – ha spiegato Grasso – raccorda di nuovo la respirazione con la fonazione: il paziente prende l’aria e invece di espellerla fuori attraverso il tracheostoma, la manda posteriormente attraverso la protesi fonatoria nell’esofago, che fa vibrare la mucosa ipofaringea e produce il suono. Suono che viene poi articolato in parole e quindi nel linguaggio verbale. Si tratta di un intervento molto importante in quanto si riesce a produrre la parola. Quello di Lamezia è uno dei pochi centri specializzati nella chirurgia oncologica testa-collo. È consigliabile – ha proseguito Grasso – effettuare l’impianto precocemente, perché nel caso specifico dei due pazienti, il più anziano, che avevo operato nel 2005, presenta una maggiore difficoltà, mentre il più giovane, operato due anni fa, ha parlato già al secondo giorno dopo aver installato la protesi. Però tutti e due potranno riprendere a parlare e avranno un linguaggio per poter parlare ed esprimere sentimenti”.
“L’ospedale di Lamezia – ha affermato il direttore generale Dott. Prof. Gerardo Mancuso – si sta sempre più imponendo nel panorama regionale come punto di riferimento. Ci sono infatti alcune unità operative che si sono specializzate in determinate patologie, come quella di Otorinolaringoiatria, che offrono servizi di qualità ed eccellenza, uno dei pochi centri nel sud Italia che effettua la chirurgia oncologica testa-collo e per questo arrivano pazienti da tutta la Calabria”.
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