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Il direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Dott. Prof. Gerardo Mancuso, ha relazionato sulle attività gestionali ed organizzative delle Aziende sanitarie soggette a Piano di rientro, nel corso della tavola rotonda sul Sistema sanitario nazionale che si è tenuta nella Sala Refettorio della Camera dei Deputati a Roma.
Il dg Mancuso, che è stato invitato in qualità di relatore, è intervenuto su quanto si sta realizzando in Calabria nel campo sanitario evidenziando come è stata scelta una fase di politica di spending review che ha dato risultati importanti, con la riduzione del debito consolidato e del debito corrente, ed una seconda fase di programmazione sanitaria attraverso l’utilizzazione di soluzioni tecnologiche e moderne.
Un intervento che è stato particolarmente apprezzato dalla platea dei deputati e degli operatori tecnici del ministero della Salute, per l’onestà intellettuale e per la lucidità di pensiero espressa. Un apprezzamento che è stato tale, al punto che il direttore generale è stato invitato a relazionare in una convention sulla Sanità, che si terrà il prossimo autunno sempre nella Capitale.
“In quasi due anni – ha spiegato il dg Mancuso nel corso dell’incontro romano – l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ha risparmiato 60 milioni di euro, riducendo così il deficit di bilancio a 9,9 milioni nel 2011, rispetto ai 69 del 2009. La determinazione e l’applicazione delle regole – ha aggiunto Mancuso – ed il costante impegno nella direzione dei principi contenuti nel Piano di Rientro sono state le credenziali attraverso le quali la nostra Regione si è accreditata nella Conferenza Stato-Regioni e agli occhi dei ministeri del nostro paese. La ripresa di credibilità e la considerazione del paese nei nostri confronti hanno prodotto risultati incoraggianti con un incremento di fondi e finanziamenti: la Calabria infatti ha ottenuto l’aumento del Fondo Sanitario, pari a 44 milioni di euro, previsto dal riparto del Fondo sanitario nazionale, frutto della politica di rigore che il Presidente Scopelliti sta esercitando nella nostra Regione”.
“La situazione debitoria che il Governatore ha trovato all’inizio del suo mandato – ha sottolineato Mancuso – poteva intimidire e scoraggiare chiunque, ma l’azione continua e determinata ha convinto i tecnici circa la serietà e la direzione che la nostra Regione ha preso. Questi risultati incoraggiano, ma il realismo ci obbliga alla prudenza ed al lavoro; siamo molto lontani da un cambiamento radicale dei servizi ma la direzione sembra quella giusta. La gente, più della politica, ha capito che le cose stanno cambiando e i servizi stanno migliorando, soprattutto ha capito che la serietà di azione contraddistingue il nuovo modi di operare nella Sanità calabrese. Oggi, grazie a questa azione oculata i conti sanitari calabresi iniziano ad essere certi, la spesa è sotto controllo e soprattutto in poco più di un anno e mezzo si è avuta la riduzione del debito corrente di 130 milioni di euro. Un dato, quest’ultimo, particolarmente importante alla luce dell’obbligo imposto dai tavoli ministeriali relativamente alla riduzione e al contenimento della spesa”.
Mancuso ha poi evidenziato nello specifico l’azione da lui condotta per riorganizzare la sanità catanzarese. “Abbiamo tagliato gli sprechi e migliorato i servizi – ha affermato il dg – sono state controllate le attività di pronto soccorso, l’organizzazione delle unità operative, le farmacie territoriali, i medici convenzionati, il sistema di gestione dell’attività libero professionale e le strutture accreditate. Una stretta anche sulla spesa farmaceutica, nella quale in un anno sono già stati risparmiati 2 milioni e che si avvarrà della distribuzione diretta”.
Mancuso si è soffermato poi su due importanti aspetti: atti aziendali e assunzioni. Per quanto riguarda il primo punto, il dg dell’Asp catanzarese ha sottolineato la necessità dell’adozione degli atti aziendali, che è improcrastinabile, in quanto essi rappresentano lo strumento indispensabile per riorganizzare al meglio il sistema, per attuare le mobilità e la riconversione delle strutture. Atti aziendali che dovevano essere già stati adottati, ma che sono stati bloccati dai tavoli ministeriali. La seconda questione è quella delle deroghe alle assunzioni, dato che in questo ultimo anno e mezzo sono andati in pensione circa 2.000 dipendenti. Pur essendo, quest’ultimo, un dato positivo che ha fatto allineare la Regione agli obiettivi assegnati dai tavoli ministeriale, esistono comunque alcune discrepanze che si sono riscontrare a seguito di questo esodo: alcune figure strategiche su tutto il territorio regionale sono assolutamente carenti e questo non assicura i Livelli essenziali di assistenza e le attività di emergenza-urgenza.
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