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Con una batteria di progetti connessi tra loro da un macro-progetto, tutto incentrato sull’innovazione tecnologica, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) ha stretto un patto di ferro con il Ministero dell’Ambiente e con l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) per realizzare in Calabria la prima area sperimentale in Italia con la quale si verificheranno le nuove disposizioni tecniche previste dalla direttiva comunitaria INSPIRE, che impone dettagliate e più omogenee procedure per il rilevamento e la comunicazione del dato ambientale.
E’ questo l’oggetto della convenzione che il Presidente dell’Arpacal, Prof.ssa Marisa Fagà, ha siglato a Roma con l’ISPRA e con il Ministero dell’Ambiente, e che ha presentato oggi nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella sede centrale dell’Agenzia ambientale calabrese a Catanzaro; presenti all’incontro il Commissario dell’Arpacal, Dr.ssa Sabrina Santagati, ed il dirigente del Centro d’eccellenza di sostenibilità ambientale dell’Arpacal, Arch. Bruno Barbera.
La convenzione – dalla quale discendono i progetti di innovazione tecnologica presentati in conferenza stampa – permette all’Arpacal, e quindi alla Calabria, di raggiungere due obiettivi immediati: il primo consiste nell’acquisizione, a costo zero, del know-how tecnologico dell’ISPRA, ed a cascata delle agenzie regionali ambientali, che si concretizza in applicativi informatici, licenze d’uso, procedure scientifiche e tecnologiche che permetteranno una migliore catalogazione e comunicazione dei dati ambientali. Il secondo obiettivo, più strategico, consiste nel diventare “area test” nazionale per l’applicazione di tutte quelle procedure e metodiche informatiche chela direttiva comunitaria INSPIRE, appunto, impone ai Paesi dell’Unione Europea.
“La Calabria, quindi – ha commentato il Presidente Arpacal, prof.ssa Marisa Fagà – da cenerentola si candida a diventare capofila dell’innovazione tecnologica applicata all’ambiente, in quanto i risultati di questa sperimentazione saranno poi codificati e trasferiti a tutte le altre regioni italiane. Tutto ciò a conferma che la vocazione delle Arpa è anche quella di produrre ricerca applicata, diversa da quella universitaria perché, appunto, mirata a dare risposte immediate al territorio e le giuste informazioni al decisore politico per la programmazione”.
“Questo progetto – ha aggiunto il Commissario Arpacal, dr.ssa Sabrina Santagati – conferma l’impegno concreto che abbiamo profuso su tutti i tavoli tecnici nazionali, dialogando con l’Ispra per acquisire, subito e a nostro vantaggio, tutto il know-how che ancora un’Agenzia come la nostra deve acquisire. Ecco perché era, ed è tuttora, strategico per la nostra agenzia creare i presupposti per la comunicazione informatica, che consenta lo scambio dinamico di informazioni fruibili dagli addetti ai lavori e dalla cittadinanza, garantendo il pieno e costante flusso dei dati ambientali alla Regione, che attraverso i suoi sistemi informativi è chiamata a trasmetterli al sistema nazionale e, poi, a quello europeo”.
“L’attuazione della direttiva INSPIRE – ha aggiunto l’arch. Bruno Barbera, dirigente del Centro di eccellenza di sostenibilità ambientale dell’Arpacal – prevede che tutti i sistemi informativi ed i sistemi di pubblicazione dei dati degli Enti pubblici, fra cui le ARPA Regionali, dovranno essere riscritti e, sostanzialmente, adeguati alla Direttiva medesima, per gli scopi delle politiche ambientali e delle attività sull’ambiente e stabilisce norme generali per lo scambio, la condivisione, l’accesso e l’utilizzazione, in maniera integrata con le realtà regionali e locali, dei dati.
Dovendo ottemperare a problematiche altamente complesse, riguardanti tra l’altro il sistema nazionale, che deve adeguarsi ad INSPIRE, l’Agenzia ha attivato una collaborazione per sviluppare congiuntamente i rispettivi Sistemi Informativi in aderenza ad INSPIRE, e con il Ministero dell’Ambiente per confederare l’ARPACal al GeoPortale Cartografico Nazionale, con cui predisporre progetti di comune interesse su monitoraggi speciali delle coste calabresi. Le attività derivanti da tali accordi sono in cofinanziamento e per la quota Arpacal, gravano sul POR Calabria senza alcun aggravio sul bilancio regionale”.
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