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Al via il sesto Festival del Dialetto e Lingue di minoranza di Calabria, organizzato dal Centro Cultura e Arte 26, diretto dall’Antropologa Maria Zanoni, con il Patrocinio del MiBACT – Progetto Etnie e Lingue. L’evento che ha lo scopo di contribuire a salvare la Lingua Madre (dialetto e lingue di minoranza di Calabria, con pari dignità, come beni culturali preziosi da tutelare) è itinerante ed ha durata annuale: sono previsti incontri con Reading di poesia e Teatro dialettali, Canti e musica popolare in vari centri storici della Regione.
Sarà il Comune di Marcellinara (Catanzaro) ad ospitare una delle tappe importanti di Teatro Dialettale, i Comuni di Castrovillari e Morano con i reading di poesia dialettale, in rappresentanza dell’area Lausberg; i Comuni di San Basile e Frascineto con incontri di Canti popolari arbereshe; il Comune di Guardia Piemontese con i canti occitani e non mancherà la partecipazione dei paesi dell’area grecanica con il loro dialetto in via di estinzione.
Il Festival, unico nel suo genere, quest’anno gemellato con L’America Latina, i cui Circoli calabresi mantengono fortemente vive la lingua e le tradizioni dei loro avi, come elemento d’identificazione e di legame con la terra di origine, prende il via con il concorso Letterario e Fotografico il cui bando – pubblicato su www.arte26.it – scade il 1° Maggio 2017.
Al concorso – che si svolge online – possono partecipare gratuitamente Autori di tutte le età, anche residenti fuori regione o all’estero, con opere in dialetto o Lingua arbëreshe, occitana, grecanica di Calabria. Una sezione speciale è riservata alle Scuole, i cui operatori hanno a cuore la salvaguardia della lingua madre, come risorsa comunicativa in più, come le lingue straniere, funzionale e vitale come varietà aggiuntiva alla lingua nazionale.
“Attraverso le parlate locali si conosce la storia di una comunità, di un territorio ben inseriti nel contesto nazionale, con le loro tradizioni, le loro risorse, usi e costumi popolari – afferma la prof.ssa Maria Zanoni, promoter del Festival – in un mondo sempre più multilingue e multiculturale, nell’era digitale dobbiamo conoscere bene innanzitutto la lingua italiana e, senza pregiudizi, contribuire a salvare la nostra lingua madre. Conoscendo il dialetto, non più considerato, come un tempo, lingua dei ceti bassi, simbolo di ignoranza e veicolo di svantaggio o esclusione sociale. significa conoscere le nostre radici, la storia di un popolo; e il Festival si rivolge soprattutto ai giovani, con l’obiettivo di favorire la conoscenza, promozione e conservazione del patrimonio linguistico, per scongiurarne l’estinzione”.
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