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Abbiamo da sempre rapportato “l’albero” agli aspetti sociali dell’intera umanità, abbiamo tratto respiro e sopravvivenza in presenza di esso, morte in assenza, abbiamo addomesticato in varie funzioni estetiche il legno e i suoi derivati, ma non abbiamo ancora dato abbastanza forma alla sua anima. In molte culture la scultura in legno ha svolto un triplice compito: psicologico di autoaffermazione, sociologico di integrazione, tribale e politico di stratificazione sociale.
La storia ci insegna, che il legno senza cessare di essere legno, è qualcosa di più: un oggetto rivestito da ciò che ogni società teme o ammira. Alberi veri sono stati elementi imprescindibili nei riti, nelle tradizioni e nella mitologia di molte civiltà. Anche quando gli dei presero forma umana, mantennero una stretta relazione con i loro archetipi vegetali: l’ulivo di Atena presiedeva l’Acropoli e l’Alloro le strutture dell’Olimpia. Il bosso robusto e resistente, fu consacrato a dei tanto diversi come Ate, Cibele e Afrodite.
A Roma si identificava Ate, con un Pino. Adone nacque dall’albero della mirra. Anche in Oriente, Brama si trasformò nella stiancia. Krishna attirava le sue amate all’ombra di un Kdamba. Buddha ottenne l’illuminazione sotto un bosso. Jahvé apparve ad Abramo in un querceto. Tribù di Filippine, Corea, Asia Centrale e Australia hanno un albero come antenato comune. Anche in Sila era il bosco consacrato a Hera Lacinia, il cui tempio sorgeva su un promontorio nei pressi di Capo Colonna.
Della Sila scrissero personaggi come Virgilio, Plinio, e anche Cassiodoro, che ne vantava la grandezza dei boschi. Il nome SILA deriva dal greco hyle e dal latino silva. Secondo Eliano ( II secolo d.C.) il dio della foresta, figlio del Crati, al quale si consacrava la pece e si sacrificavano giovenchi su altari ornati con rami di pino e abete, si chiamava Sileno. La foresta era proprio la Sila. Quindi, se il culto dell’albero è stato universale, lo è stato anche la credenza che la sua essenza continui a vivere nel legno.
E oggi in Sila, per dar forza all’essenza che si nasconde ancora nella materia lignea, è utile sostenere in maniera alternativa l’estetica, con creatività e passione; e la conoscenza diventa lo strumento per tutelare e implementare la bellezza come necessità estetica. Per conoscenza si intendono i saperi che amplificano i sensi, i confronti che moltiplicano le prospettive di riscatto ecologico e la ricerca, che fa, della materia inerte una fonte di vita futuribile negli anni. L’evento Wood Sculpture Contest, si realizza presso il Villaggio Mancuso in Sila dal 26 Settembre al 2 Ottobre 2011 con l’intento di creare una nuova coscienza etica-sociologica, dedita a sviluppare una continuità storica ma anche un nuovo punto di vista avanguardistico sul legno e le sue molteplici proprietà estetiche e antropologiche.
Denominazione dell’Iniziativa
Wood Sculpture Contest -Dibattito sulla scultura in Legno-, è un evento biennale indirizzato allo studio della Scultura in legno in Sila, che invita cinque maestri a livello internazionale che hanno indirizzato il loro percorso nella lavorazione del legno per la realizzazione del proprio concept, e seleziona previo concorso, i migliori studenti della Scuola di Scultura dell’ABA di Catanzaro, per la realizzazione di un site specific direttamente in Villaggio Mancuso, Sila. L’evento è aperto a tutti.
Motivazioni
Per Utilizzare al meglio le risorse di un territorio e’ necessario conoscerle, per poi rispettarle e tutelarle. Partendo dal concetto socialitario di Sviluppo, l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, nel promuovere alla Scuola di Scultura, progetti che intendono evolvere il pensiero scultoreo e le dinamiche estetiche dell’ambiente circostante, ha creato una coscienza costruttiva in cui l’interlocutore da ambiente diventa forma, da materia inerte estetica di un concetto. In un intero anno Accademico 2010/11, si è sperimentato e coltivato la lavorazione del legno all’interno dei laboratori di scultura, e un’aureola di determinazione e motivazione ha creato humus profondo, inteso a legare il riscatto estetico al territorio e a stravolgere i principi classici della lavorazione in legno, direttamente attraverso la sperimentazione e il superamento dei limiti artigianali.
Gli studenti del corso, hanno oltre che ampliato il concetto con il materiale ligneo, evoluto con le loro aspettative il progetto stesso, fino ad essere forza lavoro in azione allo stage di scultura in legno in Sila. Un seme quindi, che partendo dalle nuove generazione, si confronta e si solidifica all’esterno nella volontà collettiva di implementare in sede non istituzionali dinamiche culturali ed eco-socialitarie.
Organigramma:
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