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Ultimo e atteso appuntamento della rassegna in vernacolo “Vacantiandu”. Sabato 20 aprile alle 20.45, domenica 21 aprile alle 18.15 e in replica mercoledì 24 aprile alle 20.45, andrà in scena al Teatro Politeama di Lamezia Terme la commedia in tre atti in vernacolo lametino “Le bugie sono come le ciliegie, una tira l’altra…” portata in scena dalla compagnia teatrale “I Vacantusi” di Lamezia Terme. La commedia, inserita nel ricco cartellone della seconda rassegna “Vacantiandu” promossa proprio dall’associazione “I Vacantusi”, è stata scritta da Daniele Nutini e diretta da Mario Maruca.
La storia parla di un ex negoziante arricchito che si è ritirato in campagna, vive la doppia vita di onesto padre di famiglia e di viveur nei locali più alla moda di Firenze. Una serie di eventi sfavorevoli però, mineranno il suo castello di bugie quotidiane alla famiglia, facendolo entrare in una gigantesca spirale che coinvolgerà, loro malgrado, tutti i personaggi che gli gravitano intorno, in una serie di situazioni grottesche ed esilaranti. Verrà smascherato il nostro protagonista?
Protagonisti della commedia sono: Carmela (interpretata da Rosa Aiello), Fanny (Daniela Muraca), Rosetta (Sabrina Pugliese), Loretta (Carolina Talarico), Natalina (Angela Gaetano), Giorgio (Vincenzo Muraca), Laura (Rita Scalzo), Pasquale (Walter Vasta), Nicola (Nicola Morelli), Rosa (Arianna Perri), Giorgino (Gianfranco Scardamaglia), Gina (Maria Perri), Paolino (Paolo Morelli). La scenografia è di Camillo Benso e Vincenzo Grande, costumista è Stefania Frustaci, le musiche sono di Ricordi – Le canzoni della radio 1950, mentre disegno, luci e mixer audio sono curati da Camillo Benso,
“Vacantiandu 2012” dopo aver accolto in loco compagnie e commedie di Calabria e non solo, si avvia a chiudere i battenti portando in scena l’ultimo spettacolo in cartellone “Le bugie sono come le ciliegie … una tira l’altra”, testo uscito dalla penna dello sceneggiatore fiorentino Daniele Nutini ma liberamente riadattato dal regista Mario Maruca e allestito in occasione della rassegna, porta in scena la farsa come conflitto tra razionale e irrazionale che angustia l’uomo di ogni tempo. L’opera, ambientata nell’abitazione del protagonista Nicola Paglia, è avvitata su una serie di situazioni comiche che attendono Nicola, come ostacoli da superare, ad ogni nuova scena, mantenendo lo spettatore con il fiato sospeso.
La comicità non appare mai chiassosa e grossolana ma cerca soprattutto gli intrecci convenzionali, i luoghi comuni del ridicolo per cogliere le caratteristiche della maschera della commedia. Il risultato è un’opera col suo castigare ridendo mores, macchina comica per eccellenza fatta di battute, di recitazione. Fatta di regia, di movimenti, di costumi, di gesti, di abilità mimica, di tempismo coi suoi dialoghi ricchi di doppi sensi, di battute, di espressioni colorite e di abilità mimiche indispensabili per gli intrecci che arricchiscono la trama e di bugie, sì, tante bugie che sono protagoniste di questo splendido pezzo teatrale, uno tra i più spassosi nel suo genere, che siano mai stati scritti. Immediata e pungente, il piatto forte dello spettacolo è la satira sociale in cui il bersaglio polemico, rappresentato dalla scarsa libertà della donna, dalla credulità degli uomini e dall’autorità dei padri, è affrontato con il bisturi della penetrazione psicologica e infiorato da una fine ironia e da un garbato umorismo. Gli attori esprimono la loro versatilità con la creazione di propri testi, con l’improvvisazione e con l’alternarsi di situazioni tragicomiche.
“I Vacantusi”, compagnia teatrale non professionista guidata dalla mano esperta del maestro Maruca, ha potuto contare prima del debutto su un’intensa attività laboratoriale in cui hanno potuto sperimentarsi prima ancora che da attori come sé razionali e emotivi. E’ su questo assunto di base, infatti, che si fonda la filosofia del maestro: la riscoperta della propria intelligenza emotiva attraverso cinque ambiti di conoscenza al fine di conoscere e saper gestire al meglio le proprie emozioni gettando le basi per solide relazioni sociali ed emotive. “Naturalmente le persone hanno capacità diverse in ciascuna di questi cinque ambiti – ha spiegato il maestro Maruca – ma le eventuali carenze delle capacità emozionali possono essere corrette. Ciascuno di questi ambiti rappresenta, in larga misura, un insieme di abitudini e di risposte possibili di miglioramento, purché ci si impegni a tal fine nel modo giusto”.
E’ così che il teatro smette di essere specchio della vita entrando a pieno sotto la definizione di scuola di vita.
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