Al Salone di Torino presentato il libro “Il gusto amaro delle caramelle”

Eliana Grande e Antonio Bianchi

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Eliana Grande e Antonio Bianchi
Eliana Grande e Antonio Bianchi

Affrontare in un libro una tematica, come quella della pedofilia, della quale non è mai facile parlare, né scrivere.

E’ questa la “sfida” che Antonio Bianchi, avvocato e professore di diritto alle scuole superiori, attualmente responsabile della Camera Minorile di Castrovillari, è stato disposto a raccogliere nel volume “Il gusto amaro delle caramelle” – pubblicato dalla casa editrice “Edizioni la rondine” di Catanzaro e presentato ieri presso il Salone internazionale del libro di Torino – con l’intento di invitare il lettore ad una seria riflessione.  «Antonio Bianchi ha accettato di parlare di pedofilia ed è riuscito a farlo con una scrittura scorrevole e piana – ha detto Eliana Grande di Edizioni la rondine -, e soprattutto senza incorrere nei due rischi che spesso si presentano nell’approccio a questa tematica.

Da una parte, c’è il rischio di non approfondire il problema in tutta la sua gravità, per una sorta di autodifesa emotiva, per il timore di urtare troppo la sensibilità altrui, o, come spesso accade, per omertà. Dall’altra parte, il rischio è quello di degenerare nell’eccesso opposto, scivolando nella morbosità e nella volgarità, magari per innalzare il livello di audience televisiva». L’autore ha, quindi, spiegato i motivi che l’hanno spinto a scrivere il libro: «La pedofilia è una piaga enorme e se ne deve parlare – ha detto Bianchi -.

Ma bisogna farlo nel modo giusto, riconoscendola apertamente per quello che è, ovvero una deviazione della sessualità umana, una perversione, un’aberrazione. Viviamo in una società che chiude gli occhi di fronte all’entità di questa tragedia, e al tempo stesso trasforma in star televisive i colpevoli dei peggiori reati. Ci sono agenzie di viaggi che offrono pacchetti “tutto compreso” per varie località turistiche in cui una delle attrazioni è costituita dalla possibilità di avere rapporti sessuali con minori. Ci sono famiglie in cui i bambini subiscono abusi sessuali tenuti nascosti dalle madri stesse, a difesa del decoro e dell’onore.

Nel mio lavoro mi confronto direttamente con la durezza di queste realtà e con la mancanza di un’azione di contrasto realmente efficace. Spero che questo libro possa gettare luce su tutto questo e favorire una maggiore sensibilità e una più profonda riflessione». Anche la parola “amore” torna spesso nelle pagine del volume, in termini di “mancanza”, intesa come causa e origine della tragedia, e di “speranza” quale unica possibilità di guarigione e redenzione.

«Il dramma della pedofilia è anche un dramma della solitudine – ha continuato l’autore – e il protagonista del mio libro è al tempo stesso una vittima e un carnefice. È una vittima perché da bambino ha subito abusi sessuali all’interno della sua famiglia, ed è stato lasciato solo di fronte a questi abusi. È un carnefice perché da adulto diventa lui stesso un pedofilo, perpetrando su altri la violenza che ha conosciuto.

E il passaggio da vittima a carnefice avviene in un contesto di solitudine, in cui il tentativo di colmare il vuoto, la mancanza d’amore, viene costantemente frustrato. Questo, però, non deve portare a sottovalutare l’importanza della condanna, che deve essere garantita e scontata fino in fondo, né tantomeno a pensare che la solitudine possa essere una giustificazione, anche perché spesso i pedofili diventano tali per scelta, senza aver mai subito prima alcun abuso». Dalla mostruosità umana, quindi, è possibile trovare una via di fuga perché, come si legge nel libro, “la pena rieduca il reo, ma l’amore rieduca il cuore e la mente”.

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Author: Cristina

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