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Quanti di noi genitori almeno una volta nella nostra “carriera educativa” di fronte ad alcuni comportamenti inaspettati o imbarazzanti dei propri figli abbiamo detto: “Perché fai così?”.
A suggerire il modo giusto per rispondere ai diversi messaggi d’aiuto che ormai da qualche tempo i nostri figli ci stanno lanciando è il nuovo volume della pedagogista e counsellor Laura Fornasier dal titolo “Perché fai così?
Comprendere i comportamenti provocatori del proprio figlio per crescere insieme”, pubblicato dalla casa editrice “Edizioni la rondine” di Catanzaro e presentato ieri presso la Sala Spazio Book-Padiglione Oval del Salone di Torino. «Questo libro – ha detto Gianluca Lucia, direttore editoriale Edizioni la rondine – tratta le tematiche pedagogiche che stanno a cuore alla casa editrice, le stesse che ogni genitore si trova ad affrontare quotidianamente, e per questo è un utile strumento educativo.
Attraverso esempi di situazioni quotidiane si approfondiscono le problematiche relative al ruolo del genitore, all’interazione tra bambino e adulto, al comportamento talvolta aggressivo dei bambini, all’importanza delle regole e dell’educazione». Di seguito l’autrice Laura Fornasier ha così illustrato gli intenti del lavoro: «Il volume – ha detto -nasce dall’intreccio della mia esperienza professionale di educatrice e quella personale di genitore.
Tutti noi abbiamo un’idea di come fare i genitori, fortemente collegata alla nostra esperienza di figli, ma non sempre il calarsi in questo ruolo è un fatto immediato e avviene solo nel momento in cui si stabilisce una relazione. Il bambino stesso può crescere solo se viene progressivamente guidato a conoscere se stesso e il mondo in un processo di crescita, verso l’autonomia emotiva e cognitiva».
La Fornasier prosegue svelando il suo punto di vista per venire incontri ai bisogni dei più piccoli: «Il bambino, pur avendo una parte razionale che via via matura – ha continuato -, è prevalentemente emozionale nel suo comportamento. Quando un bambino o un ragazzo manifestano un comportamento aggressivo o provocatorio il reale messaggio viene dalla parte emozionale, mentre noi adulti tendiamo a rispondere in maniera razionale, e da qui nasce l’incomprensione. Bisogna passare dal capire al comprendere, cioè dalla risposta razionale a quella emozionale, il che non vuol dire assecondare in tutto le richieste del bambino, ma accettare la parte emozionale per poi occuparsi anche di quella razionale, cercando di invitare alla riflessione.
Lo sviluppo veramente umano non si conclude con l’indipendenza ma con l’interdipendenza, per cui fa parte del compito educativo aiutare i propri figli a diventare persone capaci di costruire legami, di passare dal “sé” al “noi”». Presente al tavolo dei relatori anche Gianfranco De Lorenzo, presidente dell’ANPE (Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani), che ha così commentato: «Si tratta di un libro molto originale – ha concluso -, che non va inteso come un manuale di comportamento genitoriale.
L’autrice non offre ricette preconfezionate, ma la testimonianza della sua esperienza e una serie di consigli che possono diventare spunti di riflessione. Le regole non devono essere intese come imposizioni ma come orientamenti perché spesso la relazione tra gli adulti e i giovani si basa su una “verticalità” di tipo giuridico. Ci sono, infatti, barriere di incomunicabilità fra generazioni ed emerge la necessità di una nuova responsabilità, una nuova competenza che i genitori devono acquisire per relazionare in maniera costruttiva con i figli imparando, prima di tutto, a essere adulti».
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