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Il sequestro dell’invaso dell’Alaco e le notifiche degli avvisi di garanzia a dirigenti e tecnici della Sorical sono l’ennesima dimostrazione di cosa ha prodotto un ventennio di ubriacatura liberista in Calabria. Dopo le pesanti denunce contenute nell’ultima relazione della Corte dei Conti sulla Sorical, arriva la ciliegina sulla torta: i sigilli all’invaso dell’Alaco e una valanga di avvisi di garanzia che inchiodano alle proprie responsabilità chi, a vario titolo, ha contribuito al disfacimento del sistema idrico regionale.
La solitudine politica che ha accompagnato il comitato locale Serrese – aderente al Coordinamento calabrese Acqua pubblica “Bruno Arcuri” – nella battaglia dell’Alaco di questi ultimi anni, contrasta con quanti oggi sgomitano per poter dire “noi lo avevamo detto”. Crediamo che questa inchiesta sia un giusto riconoscimento al duro lavoro del comitato Serrese che con forza e non curante delle intimidazioni ha portato avanti questa battaglia e ci auguriamo che possa avere un esito positivo, portando all’individuazione dei veri responsabili di quanto accaduto.
Questa vicenda dà forza alle nostre ragioni di sempre e alle motivazioni che ci hanno indotto a lanciare, lo scorso 24 marzo, un’importante campagna regionale con la consegna formale di una DIFFIDA alla Regione Calabria e con una successiva azione dal basso che riguarderà tutti i cittadini calabresi, se dovessero perdurare le condizioni di illegittimità denunciate.
Alcune osservazioni ci sembrano necessarie: Veolia, il socio privato della Sorical, ha deciso di andar via come se fosse un semplice ospite che decide quando e come lasciare la terra che lo ha “ospitato”. Noi crediamo che gli “esuli francesi” prima di salutarci debbano saldare il conto delle tante devastazioni ambientali prodotte in Calabria con una gestione spregiudicata di acqua e rifiuti. E non sarà certo la soluzione proposta da Abramo e Scopelliti – quella del bando per la scelta del nuovo socio privato – a risolvere la gravissima situazione in cui versa il sistema idrico regionale.
Dopo la straordinaria vittoria referendaria e l’importante contributo calabrese per il superamento del quorum, l’unica strada percorribile è quella della ripubblicizzazione del Servizio idrico regionale per ridare voce ai cittadini e ai lavoratori che con le privatizzazioni sono stati espulsi dal sistema di controllo e decisionale nella gestione di un bene comune come l’acqua. Il servizio pubblico che auspichiamo e promuoviamo è lontano dai vecchi carrozzoni della Prima Repubblica e sostiene forme reali di partecipazione dei lavoratori e dei cittadini che, nella gestione di un bene di primaria importanza come l’acqua, devono essere gli attori principali.
Proprio da questa idea partiamo per rilanciare una stagione di iniziative a cominciare dai prossimi due appuntamenti regionali: il primo a Lamezia Terme, il 20 maggio, con la partecipazione di Corrado Oddi (FP Cgil nazionale) e Marco Bersani (Attac Italia); il secondo, il 25 maggio a Cosenza, con la presenza dell’avv. Maurizio Montalto specialista in Diritto e Gestione dell’Ambiente.
Avvalendoci di questi autorevolissimi contributi, tracceremo possibili percorsi di ripubblicizzazione del servizio idrico perché, oggi, l’unico vero percorso che può garantire trasparenza e partecipazione popolare è quello che allontana l’acqua dalle grinfie del mercato.
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