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Maria, “Pellegrina d’amore”, sarà in mezzo al popolo di Platania con la visita alle famiglie, ma soprattutto alle persone ammalate, a partire da Lunedì 28 novembre, giorno precedente l’inizio del novenario in onore dell’ Immacolata Concezione.
Si tratta della “Peregrinatio Mariae” ossia il pellegrinaggio della statua della Regina della Pace di Medjugorje che, portata tutti i giorni in processione, sarà ospitata nella case in cui risiedono persone non autosufficienti per prendere parte alla tradizionale novena che si celebra in chiesa. Le famiglie ospitali prepareranno una degna dimora abbellita da luci e fiori per l’accoglienza della statua della Madonna in missione.
Con questa iniziativa religiosa la Comunità di San Michele Arcangelo, Patrono di Platania, diventa missionaria con l’annuncio del Vangelo e con un’opera di preghiera, di catechesi e di evangelizzazione subito dopo l’ avvio all’ anno catechistico durante il quale il vescovo emerito di Lamezia Terme monsignor Vincenzo Rimedio ha dato il mandato ai catechisti della parrocchia nella solenne celebrazione a riguardo.
Nel pomeriggio ci sarà l’incontro di preghiera, al quale prenderanno parte il gruppo missionario parrocchiale, gli ammalati e le famiglie del rione, e ancora la recita del Santo Rosario, una appropriata catechesi mariana e la consacrazione della famiglia alla Madonna. «Maria, Regina della pace, viene a fare alle nostre famiglie una visita speciale e a Lei – sottolinea la catechista Maddalena Cimino – si chiederà che, come allora visitò Santa Elisabetta portando in grembo il Verbo di Dio, anche oggi lo porti nelle nostre famiglie».
Il parroco don Pino Latelli afferma che «la Peregrinatio Mariae se da una parte evoca il pellegrinaggio che ciascuno è chiamato a compiere per riscoprire la propria fede, dall’altra offre una buona occasione per stare accanto agli ammalati facendo sentire loro la vicinanza e l’affetto dell’intera comunità. L’augurio – conclude il Sacerdote – è che la Vergine Santa conforti quanti sono segnati dalla malattia e dalla solitudine».
Don Pino Latelli
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