A Pentone “Etnicamente”, questione palestinese e Calabria

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Una donna palestinese si aggrappa a uno degli ulivi che i soldati israeliani stanno per sradicare. L’immagine ha accompagnato ‘EtnicaMENTE: una Terra per due popoli_Oltre l’apartheid e il razzismo’, organizzata dal Centro di Documentazione sulla Palestina ‘InvictaPalestina’: due giorni per approfondire la questione palestinese senza trascurare la Calabria.

Guardare al lontano ha fornito il pretesto per unire i vicini: a Pentone, diversi volontari hanno contribuito alla realizzazione di ‘EtnicaMENTE’. L’evento patrocinato dal Comune, inoltre, ha visto la collaborazione delle associazioni locali Amuriga, Pro Loco Pentone, Area 51, Carpe Diem, L’Arco, Alternativa Presila, Rock Auser Albi.

Due i momenti che hanno visualizzato la sofferenza e la violazione dei diritti umani: ‘Al Nakba. Alle radici della tragedia palestinese’, la mostra fotografica sull’esodo dei palestinesi e la distruzione dei loro villaggi, a cura dell’Associazione di Amicizia Italia – Palestina – Milano e ‘I diritti umani, tributo a Vittorio Arrigoni’ , spettacolo teatrale della ‘Carpe Diem’.

La questione palestineseA introdurla è stata Caterina Donattini. L’esperta in politiche del Medio Oriente ha illustrato le fasi che dal 1948 ad oggi hanno portato all’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele. Foto scattate dalla relatrice stessa hanno mostrato l’apartheid subito dai palestinesi: strade distinte per i coloni israeliani e per i palestinesi, muri di contenimento per i villaggi palestinesi, vie che li dividono in due, torrette di controllo, fonti di acqua chiuse, check-point che i palestinesi devono attraversare ogni giorno.

Il dibattito è stato  moderato da Antonio Argentieri Piuma, direttore responsabile di Terramara. Domande e riflessioni del pubblico hanno seguito gli interventi dei relatori provenienti da tutta Italia. Il giornalista Maurizio Musolino ha fatto il punto sulla condizione dei profughi palestinesi, in particolare su quelli che vivono in Libano, i cui diritti sono fortemente limitati. L’impossibilità di accedere al lavoro e allo studio ha determinato una regressione sociale e culturale. Essi non possono far ritorno alla loro terra nonostante la legalità internazionale lo preveda. Pietro Beretta e Gianfranca Scutari hanno illustrato il rapporto ONU sull’Operazione Piombo Fuso. «Il cosiddetto rapporto Goldstone è importante – hanno spiegato – perché per la prima volta propone il deferimento dello Stato di Israele alla Corte Internazionale per crimini di guerra». Secondo Vincenzo Brandi, che ha analizzato la relazione tra rivolte nel mondo arabo e questione palestinese, l’influenza delle prime sulla seconda è scarsa perché si tratta di rivoluzioni deboli dalle mille contraddizioni.

Sul fronte della narrativa, è stato presentato Gabbie di Myriam Marino, una raccolta di racconti sulla violazione dei diritti umani nei territori palestinesi, in Iraq, in Italia,  ispirati a fatti di cronaca e a storie vere. Tra gli altri, uno prende spunto dallo smantellamento del cimitero musulmano di Gerusalemme, avviato dagli israeliani per costruirvi il Museo della Tolleranza.

Flavia Lepre ha presentato il film Jerusalem… the East Side Story di Mohammed Alatar. Ha inoltre parlato di boicottaggio, strategia vincente per il Sud Africa che potrebbe essere efficace anche per i palestinesi. In particolare, il boicottaggio culturale e accademico – «che non si scaglia contro le persone e la cultura», precisa – prevede la rottura dei rapporti istituzionali con Università e istituti israeliani.

Nando Primerano, insegnante che vive e lavora a Reggio Calabria, per oltre dieci anni collaboratore della rivista SudSud, ha portato la sua testimonianza.

La CalabriaHa aperto una finestra sul nostro territorio l’incontro con Anna Pascuzzo, fondatrice del Movimento antirazzista di Catanzaro. La Calabria è stata, inoltre, presente con la musica. Oltre al cantautore Carmine Torchia, si sono esibiti The Roofless, The V-News, Calabreasy + Sistah Nais e Carnival Lights.

L’incontro con Anna Pascuzzo è stato curato dal comitato civico “L’Arco”. Integrazione, antirazzismo e immigrazione, i temi affrontati. Per la fondatrice del Movimento antirazzista di Catanzaro è dallo stile di vita di ogni giorno e dalla testimonianza quotidiana che bisogna partire per superare i pregiudizi e la xenofobia. «L’integrazione – ha detto – si realizza  quando le parti sono sullo stesso piano. Per raggiungerla bisogna partire dall’emancipazione dalla povertà che determina l’esclusione sociale». I partecipanti hanno inoltre richiamato l’attenzione su stato delle carceri e discriminazione dei rom.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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