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La commemorazione della liberazione dell’Italia dall’oppressione nazifascista è un atto dovuto. Non si può pensare che quanta accaduto nel ventennio fascista sia solo una parentesi del passato. I soprusi, le discriminazioni, il razzismo, l’odio e l’intolleranza sfociati prima in pestaggi e culminati poi in veri e propri massacri sono avvenimenti storici che hanno segnato profondamente l’avvenire dell’Italia e che hanno portato il nostro paese ad avere la necessità di affermare tra i propri valori inviolabili l’antifascismo e la libertà.
Ma a distanza di quasi sessant’anni può succedere anche che gli uomini di eroico coraggio morti per salvare l’Italia dall’oppressione fascista vengono commemorati allo stesso modo dei nazifascisti della repubblica di Salò, che furono servi dei nazisti, autori di massacri, torturatori ed aguzzini.
Combattevano su fronti diversi, poiché diverse erano le idee, diversi erano i valori. Da una parte c’era chi voleva scacciare l’odio fascista e annientare la sua brutalità, dall’altra chi invece voleva soffocare ogni soffio di libertà e continuare sulla strada già intrapresa della dittatura, mettendo in piedi uno stato fantoccio controllato dai nazisti. Commemorarli insieme è impossibile. Bisogna fare una scelta, decidere da che parte stare. Non si può stare sempre nel centro, non si può provare a tenere il piede sospeso a metà, pensando che tanto il passato è passato e non ci riguarda più. Perché l’Italia è piena di rigurgiti fascisti che minacciano il futuro del nostro paese. Basti pensare ai fatti di Firenze, dove l’odio fascista è andato a colpire ed uccidere degli ambulanti senegalesi, colpevoli di appartenere ad un etnia poca gradita. Basti pensare a tutti i pestaggi di cui i fascisti del terzo millennio si sono macchiati. Basti pensare a tutte le battaglie discriminatorie nei confronti di migranti, omosessuali, rom, e tutti coloro rientrano di volta in volta nella loro lista nera dei “diversi”, che l’estrema destra porta avanti su tutto il nostro territorio. Che sia una frase scritta su un muro, che sia un raid o una manifestazione, a muoverli è sempre la stessa rabbia bruta che mosse le camice nere prima e i repubblichini poi.
E’ per questo, con l’augurio che l’Italia possa liberarsi sempre dall’intolleranza dei totalitarismi, convinti che l’unica strada possibile sia quella della giustizia sociale e della libertà, chiediamo all’amministrazione comunale, nella consueta cerimonia commemorativa del 25 aprile, di non ricordare indistintamente tutti i caduti della seconda guerra mondiale equiparando repubblichini e partigiani, ma di distinguere una volta per tutte tra gli oppressori e chi è invece caduto per la nostra libertà.
Perché l’antifascismo deve essere esercitato nella quotidianità, per salvaguardare il valore della libertà e per una riconoscenza storica che dobbiamo a noi stessi ed al nostro paese.
È questa la prospettiva che il L.S.O.A. Ex Palestra intende offrire alla giornata del 25 aprile. Una giornata aperta a tutti i cittadini come memoria di ciò che è stato, ma anche come progetto per il percorso intrapreso nel 43 e arrivato fino ad oggi.
Dalle ore 16 in poi fino a tarda sera al parco occupato di Vico II Belvedere si alterneranno momenti di studio e di riflessione, momenti di informazione con una mostra sull’antifascismo, momenti di socialità, di festa e spettacolo con la collaborazione dell’associazione “Nuncepace” e dell’Officina Teatrale “Il Brigante”.
L.S.O.A. Ex Palestra
expalestra.noblogs.org
expalestra@autistici.org
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