Pur
essendo da sempre una regione di non elevato popolamento,
la storica debolezza economica della Calabria ha costretto
i suoi abitanti a ripetute e marcate emigrazioni. Nel ventennio
in cui tutta l'Italia fu più coinvolta in massicci spostamenti
di popolazione, sia in arrivo sia in partenza, cioè tra il
1951 e il 1971, circa 700.000 calabresi lasciarono la regione.
Tuttavia un tasso di natalità che si mantiene ancora relativamente
alto (almeno rispetto alla media nazionale) e una certa emigrazione
determinano oggi una fondamentale stazionarietà demografica.
La
distribuzione della popolazione registra squilibri meno forti
che in altre regioni: si passa da una densità massima (182
abitanti per km2) nella provincia di Reggio Calabria a una
minima (105) in quella di Crotone. Eccetto Vibo Valentia,
che ha solo 35.000 abitanti, gli altri capoluoghi oscillano
tra i 60.000 di Crotone e i 180.000 di Reggio Calabria. Tra
gli altri centri principali si annoverano Palmi e il centro
portuale di Gioia Tauro (in provincia di Reggio Calabria),
nonché lo scalo aeroportuale di Lamezia Terme (in provincia
di Catanzaro), con ben 71.000 abitanti, cioè più del capoluogo.
Sui rilievi la popolazione si raccoglie in grossi centri ammassati
sui terrazzi montuosi, in posizioni isolate, alti e lontani
tradizionalmente dalle coste. Nell'Aspromonte si trovano nuclei
di popolazione discendenti da genti immigrate dalla Grecia
nei secoli passati (roghudi ecc.). Lungo le coste si impone
sempre più l'insediamento sparso. |