Benché
il manto forestale sia stato gravemente intaccato, nel complesso
le attività umane – almeno sino a epoca recente – hanno operato
poche trasformazioni nella vegetazione naturale, anche a causa
del modesto popolamento della Calabria. A differenza di quanto
si verifica di norma nell'Italia centromeridionale, in questa
regione ha uno sviluppo relativamente limitato la macchia
mediterranea, la tipica associazione di arbusti sempreverdi
(erica, mirto, rosmarino, ginepro, alloro, lentisco): essa
interessa i lembi generalmente esigui di pianura costiera.
Più povera sul lato ionico, è invece rigogliosa sull'umido
versante tirrenico, dove forma, alla quota submontana, una
fitta boscaglia, comprendente anche lecci, querce da sughero,
oleastri. Lungo le fiumare sono invece frequenti gli oleandri.
Alle
quote medie si hanno bei boschi di querce e castagni; segue,
al di sopra dei 1000 m, il piano del faggio, talora misto
ad abeti e pini. I suoli cristallini dei rilievi calabri,
freschi e poco permeabili, consentono la formazione di foreste
veramente eccezionali per l'ambiente appenninico, con un ricco
sottobosco. Tra le più interessanti specie di animali (alcuni
dei quali introdotti o reintrodotti per ripopolamento) si
annoverano daini, caprioli, cinghiali, volpi, gatti selvatici,
lupi e, tra gli uccelli, numerosi rapaci, tra cui anche alcuni
esemplari di aquile reali.
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