UAC presente all inaugurazione della nuova struttura scuola forense

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L’Unione Avvocati Cosenza (UAC) nella persona del suo Presidente Avv. Filomena Falsetta, è intervenuta ieri nel corso della conferenza stampa di inaugurazione della nuova sede della scuola forense di Cosenza in p.zza Valdesi, intitolata a Bernardino Alimena, alla presenza di illustri personalità, tra cui il Presidente del Consiglio Nazionale Forense Guido Alpa, il Vescovo di Cosenza, Monsignor Nunnari, il Sindaco Mario Occhiuto, il Presidente della Camera penale, Manna, il Procuratore della Repubblica Granieri, il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, Oreste Morcavallo, nonché l’ex Sindaco Salvatore Perugini, che aveva concesso la nuova sede alla scuola forense.
Dopo un ringraziamento espresso nei riguardi del Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza per aver accolto nell’immediatezza le richieste delle varie associazioni forensi rivolte a contribuire attivamente alla “res publica”, l’Avv. Falsetta ha dichiarato:
“Quella che oggi noi Avvocati stiamo purtroppo vivendo è una triste realtà, acuita da quella che doveva essere una riforma intesa nella sua accezione più autentica, ma che invece riforma non è.
Sono convinta, difatti, che riforma voglia significare ben altro, ovvero conseguimento di obiettivi di competitività e di ammodernamento del nostro settore, ma senza mai rinnegare quei valori, quella cultura, quella storia, quelle tradizioni che credevo rappresentassero un segno indelebile per la nostra categoria, che niente e nessuno avrebbero mai potuto cancellare, ed invece mi sbagliavo profondamente. Questa, naturalmente, è l’opinione di un novello avvocato del foro cosentino ( ma credo sia anche l’opinione di tanti altri novelli avvocati), che, proprio a causa di questo suo status, ha acquisito l’amara cognizione di come l’attuale sistema politico non prenda atto della realtà della nostra professione, ignorando completamente quelle decine di migliaia di giovani avvocati che hanno compiuto ogni sforzo necessario per il conseguimento del proprio titolo, rendendo onore ai nostri albi, per poi entrare nei vari studi sottopagati e sfruttati; e, dopo tante peripezie, ecco intervenire un potere arbitrario ad annientarli, a spazzarli via, e, cosa ancor più grave e sconcertante, sulla base di brutali criteri di economie di mercato.
Ritengo, ancora, che ognuno di noi avrebbe potuto a pieno titolo parlare di riforma se la stessa avesse investito sulla crescita e sulla valorizzazione di quel prezioso patrimonio che rappresenta la dote più rilevante della nostra professione, il capitale umano, anziché economico; se la stessa avesse mirato al mantenimento (anziché allo smantellamento) del nostro modello organizzativo liberale e dei servizi di tutela che esso garantisce alla collettività; se la stessa avesse sviluppato anziché recidere le potenzialità insite nel ricambio generazionale.
Ebbene, a fronte di tutto ciò, credo si possa invece legittimamente parlare di “anti-riforma”, che mina fortemente il ruolo fondamentale che la Costituzione garantisce a noi avvocati, e che ci induce a comprendere come in Italia il diritto sia ancora arte retorica, anziché coscienza civile e impegno della vita”.
Cosenza, 5 novembre 2011
Avv. Filomena Falsetta
(Presidente UAC)

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Author: ntacalabria

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