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“Quello che sta succedendo a Maierato nel vibonese e nelle zone di San Fratello nel messinese è qualcosa di spaventoso. Come è altrettanto incredibile la latitanza del governo centrale completamente assente da simili tragedie che ripropongono la necessità urgente di mettere in sicurezza il territorio con politiche di prevenzione dei rischi e con programmi e investimenti adeguati. Insomma tutto il contrario di quanto sta facendo il governo Berlusconi che continua con ostinazione a sperperare il denaro pubblico promuovendo interventi come il Ponte sullo Stretto, che sono faraoniche, inutili e devastanti dal punto di vista ambientale”.
Ad affermarlo, in una nota, il segretario regionale dei Comunisti Italiani e responsabile nazionale del dipartimento Mezzogiorno Michelangelo Tripodi. “Siamo di fronte al disastro più totale – sottolinea Tripodi – metà Italia continua a franare. Calabria, Sicilia e Mezzogiorno sono letteralmente abbandonati a se stessi dal governo Berlusconi principale responsabile di quello che sta accadendo con le sue inutili e continue passerelle, false promesse, ma soprattutto scippi e gravi inadempienze riguardo alle reali esigenze del territorio”. “Così non si può più andare avanti – aggiunge Tripodi – e a nulla servono gli appelli di facciata al governo nazionale da parte del senatore calabrese del Pdl Antonio Gentile per dichiarare lo stato di calamità. Gentile è anche lui l’emblema dell’assenza totale di un governo latitante, insensibile e nemico della Calabria, della Sicilia e di tutto il Mezzogiorno, così come tutti gli altri parlamentari e esponenti locali del centrodestra complici e ugualmente colpevoli del disastro che è sotto gli occhi di tutti”. “Come giunta regionale e con il mio impegno personale – prosegue Tripodi – fin dall’inizio della legislatura abbiamo puntato sul recupero e lo sviluppo sostenibile del territorio ma siamo sempre stati contrastati dalle politiche del governo centrale targato Pdl-Lega Nord che come biglietto da visita ha scippato i fondi ex Fintecna stanziati dal governo Prodi per la riqualificazione delle due sponde dello Stretto per coprire gli ammanchi derivanti dall’abolizione dell’Ici ai Comuni e a favore delle classi sociali con un elevato reddito personale e proseguendo poi con i Fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) e il Fondo sociale europeo (Fse) dirottate in gran parte delle regioni economicamente più forti del paese”. “Chi ha quindi il diritto di alzare la voce – afferma ancora Tripodi – non è certo il senatore Gentile e chiunque altro appartenga alla sua schiera politica, ma sono i cittadini calabresi e meridionali derisi e lasciati soli dalla politica vergognosamente lassista del governo centrale sulla messa in sicurezza del territorio, del suo sviluppo sostenibile e del rispetto e del recupero ambientale. Maierato, dopo lo sgombero ordinato dal sindaco, Sergio Rizzo, di tutti gli oltre duemila abitanti a causa della frana caduta ieri è un paese fantasma. Le strade, come ha fatto sapere il sindaco, sono deserte, le finestre delle case tutte serrate. In giro si vedono solo poliziotti e carabinieri che suonano casa per casa per accertarsi che tutti se ne siano andati, e gli ultimi ritardatari che con buste, valigie, trolley portano via le cose necessarie per affrontare un allontanamento che non si sa quanto dovrà durare. E tutto questo sta accadendo sotto il totale disinteresse di Berlusconi e dei suoi ministri mentre la protezione civile nazionale naufraga nello scandalo e nella corruzione”.
“Il paese rischia di crollare e l’unica notizia che giunge da Roma è quella dell’arrivo della Commissione nazionale grandi rischi per verificare lo stato della frana. Siamo veramente al paradosso. Altro non mi sento di aggiungere se non tanta amarezza e solidarietà per gli abitanti di Maierato e delle zone di San Fratello colpite dallo smottamento”. “Tutto quello che sta succedendo – conclude Tripodi – dovrebbe necessariamente far riflettere tutti quanti hanno a cuore quelli che sono i veri problemi sul tappeto, il recupero del territorio e la cura dell’ambiente che ci circonda, non certo rappresentata da un’opera di regime come quella del Ponte sullo Stretto”.
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