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Il sottosegretario regionale alla Presidenza con delega alla Protezione civile Franco Torchia – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta – interviene sulla questione dello sciame sismico nel Pollino e, alla vigilia dell’incontro a Palazzo Chigi con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà ed i sindaci interessati dal sisma, chiede al Governo “interventi seri”.
“Il Governo – afferma Torchia – non può pensare di risolvere il problema del terremoto che, la notte del 26 ottobre, ha colpito il Pollino soltanto con la dichiarazione dello Stato di emergenza. Ai cittadini calabresi del Pollino che vivono da due anni nel terrore e che in questi giorni hanno registrato l’aumento piuttosto che la diminuzione dello sciame sismico il Governo dovrà dare delle risposte concrete. Le verifiche speditive sulle costruzioni danneggiate effettuate dai tecnici esperti come primi interventi di soccorso pubblico – sottolinea il sottosegretario – non sono in grado di esprimere valutazioni sulla sicurezza delle costruzioni che richiedono indagini più approfondite. Ciò nonostante i dati non ancora definitivi dei sopralluoghi riportano un quadro molto critico nel quale si rappresenta la parziale o totale inagibilità di edifici strategici e della maggior parte degli edifici di culto. Sulle costruzioni private su circa oltre 1000 verifiche effettuate 264 costruzioni non sono più fruibili per un deficit strutturale. Ad oggi – specifica Torchia – non siamo ancora in grado di quantificare il livello del danno. Sicuramente la dichiarazione dello stato di emergenza consentirà di far fronte ai primi interventi di Protezione civile, all’assistenza alla popolazione, ma essa ha una precisa scadenza che non è assolutamente compatibile con il fenomeno tellurico in atto che non si è fermato né accenna a placarsi, né possiamo prevedere quando arriverà la fine. Per questo chiediamo al Governo di attivare un percorso identico a quello avviato per il terremoto dell’Emilia. Siamo coscienti – dice ancora il sottosegretario – che il PIL della Calabria non è quello dell’Emilia Romagna, questo però non significa che i cittadini calabresi siano diversi o debbano essere trattati in modo diverso dai cittadini emiliani.
Ci aspettiamo pertanto che, immediatamente dopo la dichiarazione dello Stato di emergenza e le ordinanze di Protezione civile con le quali assegnare le risorse necessarie per i primi interventi, il Governo predisponga una norma specifica che, in analogia con il decreto legge n. 74 del 6 giugno 2012 approvato in favore delle popolazioni emiliane, preveda interventi immediati per il superamento dell’emergenza e l’istituzione nel bilancio del Ministero dell’Economia di un Fondo per la realizzazione un Piano Straordinario di interventi strutturali per la riduzione del rischio e la messa in sicurezza degli immobili, a salvaguardia delle popolazioni e per la ripresa delle normali attività. Lo strumento – evidenzia infine il sottosegretario Torchia – potrebbe anche essere quello di un articolo inserito nella Legge di stabilità attualmente in discussione in Parlamento. Questo è quanto è stato chiesto con un voto unanime dal Consiglio regionale della Calabria. Questo è quello che si aspettano i calabresi”.
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