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Un punto a favore dei piccoli comuni è stato quello messo a segno qualche settimana addietro da una sentenza del TAR del Lazio che ha sancito l’incostituzionalità dell’accorpamento coatto dei comuni con meno di cinquemila abitanti. Secondo il Tribunale Amministrativo Regionale Laziale, il famigerato decreto Calderoli sarebbe, si legge testualmente nella sentenza, viziato in maniera rilevante poiché in contrasto con diversi articoli della costituzione, con questa motivazione i giudici amministrativi hanno disposto l’immediata trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale.
Ad esprimere soddisfazione per la sentenza che segna un passaggio importante in favore dei piccoli comuni rispetto ad una vicenda iniziata ormai sette anni addietro è anche il Club dell’Anci riservato ai Borghi più Belli d’Italia che racchiude oltre 250 piccole eccellenze italiane. “Apprendiamo con soddisfazione la notizia – spiega Gianfranco Marino, responsabile della comunicazione del Club per la Calabria – ed attraverso le parole del coordinatore regionale calabrese, Bruno Cortese, intendiamo rivolgere un sentito grazie ad ASMEL (Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli enti Locali) e all’ANPCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani) nella persona della sua presidente Franca Biglio per l’impegno sempre profuso nella battaglia a tutela delle piccole realtà italiane. Rispetto a questo – prosegue la nota – ed in considerazione di quest’ultima significativa sentenza ci sembra opportuno evidenziare e condividere la proposta avanzata proprio da Franca Biglio che individua come unica strada percorribile quella di un associazionismo di servizio che sia volontario, autonomo ed allo stesso tempo concreto, garantendo autonomia amministrativa e specificità culturali. La soddisfazione del Club dei Borghi in Calabria è doppia perché il risultato acquisito rafforza proprio in coincidenza con “l’Anno del turismo nei borghi” quello che è il senso della sua mission, la valorizzazione dell’immenso patrimonio costituito dalle piccole realtà di provincia che rappresentano le radici culturali del sistema Paese, le stesse messe a forte rischio da un groviglio di riforme spesso ingiustificabili che oggi vacillano anche se l’imperativo rimane sempre quello di tenere alta l’attenzione continuando a promuovere”.
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