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Il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico ha partecipato, nel Santuario di Polsi, alla solenne liturgia del giorno dell’Esaltazione della Croce che in tutto il mondo, il 14 settembre, in Oriente come in Occidente, unisce i cristiani nel richiamo al significato e al valore della Crocefissione.
Talarico, a Polsi, prima della celebrazione liturgica, ha avuto un lungo incontro con il vescovo della diocesi di Locri-Gerace, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini. “Sono qui – ha detto il presidente del Consiglio regionale – per testimoniare la vicinanza, la solidarietà e la piena condivisione dei valori universali cristiani, alla Chiesa locrese e della Calabria tutta, spesso offesa da minacce e intimidazioni, da parte di chi sceglie la via dell’illegalità e minaccia chi ha il coraggio dell’audacia evangelica del sostegno agli umili ed ai più deboli, come è avvenuto recentemente con l’intimidazione a don Giuseppe Campisani, parroco a Gioia Ionica.
La Chiesa, nella nostra regione, è stata, ed è, un saldo punto di riferimento in un contesto a volte fatto di ritardi, silenzi e paure”, ha detto ancora il presidente Talarico. “La Chiesa – ha proseguito – costituisce uno dei punti di speranza e di forza per il riscatto della Calabria.
Riconoscerlo, soprattutto per chi fa politica, oppure è impegnato nelle istituzioni, significa anche assumere consapevolezza dei limiti, degli errori, delle responsabilità passate e presenti e di conseguenza agire per il cambiamento, soprattutto in un momento di crisi particolare, in cui è necessario fare appello a un’etica più profonda, riscoprire il significato del bene comune e capire quali sono le priorità e le vere necessità, che riguardano le nuove generazioni, che hanno il diritto di uscire dalla marginalità sociale in cui le relega la mancanza di lavoro e la cultura del male, con la sua straordinaria azione pervasiva.
Il Santuario della Madonna della Montagna di Polsi, per i calabresi – ha detto Talarico – è un riconosciuto luogo dell’anima, un mondo di antica e forte spiritualità e di fede popolare, spesso ingiustamente accostato alla mafia e ai suoi riti, soprattutto dai mass media nazionali, che non sempre riescono a cogliere il senso di responsabilità, lo sforzo di rinnovamento, il desiderio della grande maggioranza dei calabresi di uscire dall’esilio di una violenza che non si può più sopportare.
Da questo Santuario, che è nel cuore, nella memoria e nella tradizione di tutti i calabresi onesti, desidero rivolgere un appello alla riconciliazione di tutta la Calabria, a ritrovare le ragioni e il significato dell’unità, a saper leggere dentro la nostra storia, a riconvertire la nostra visione verso un futuro di pace e a riscoprire il ruolo vero della politica e del servizio verso gli altri. Serve uno scatto di orgoglio e di responsabilità, che ci coinvolga tutti, per uscire dalle nostre debolezze e dal processo storico che ha impedito alla Calabria finora ogni cambiamento.
Questo viaggio a Polsi, nella memoria e nella tradizione della Calabria – ha concluso Talarico – continua un’emozione che dura da secoli e che attira un’umanità travagliata in cerca di pace, nel cuore dell’Aspromonte. Chi giunge in questo luogo, credente o non credente, vi incontra la pietà mariana e la Croce di Cristo, due richiami forti alla fede, che è raro trovare in uno stesso luogo di venerazione. A Polsi, si avverte l’esigenza di confrontarsi con i principi morali e con le esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili che ci possano aiutare a creare le condizioni di legalità e di trasparenza del vivere sociale, restituendo fiducia ai cittadini e speranza ai giovani”.
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