Solidarietà dei Partigiani Scuola Pubblica alla giovane ragazza di Melito

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Nulla può giustificare la violenza. Specie se su di una ragazzina. Specie se ripetuta per anni. Nella forma più ignobile e brutale. In branco, come le bestie. Ci riferiamo – sostengono i Partigiani della Scuola Pubblica – alla vicenda della giovane ragazza di Melito Porto Salvo vittima di questo stupro efferato. I Partigiani della Scuola Pubblica esprimono sentimenti di profonda solidarietà e vicinanza alla giovane studentessa, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti. Alla fiaccolata di solidarietà nei confronti della ragazza, la gente del paese non c’è stata, seguendo un copione ed un rituale già visti e secondo quanto accade nella miglior tradizione legata a contesti di infima ignoranza ed omertà…”la ragazza se l’è cercata!”…Ritornello “giustificativo”, alibi pietoso già sentito in altri casi simili. I

l paese, il suo paese, l’ha abbandonata. Saranno state sicuramente le provenienze delle belve implicate a condizionare la partecipazione della gente, magari anche per timore di ritorsioni: il figlio del boss, il figlio del maresciallo ed il fratello del poliziotto. Ma la più inquietante forse è quella di Giovanni Iamonte, «rampollo di un esponente di spicco della locale cosca della ’ndrangheta, soggetto notoriamente violento e spregiudicato». Così lo definisce la prima cronaca della squallida vicenda. Azzeramento dell’humanitas negli stupratori che non sono degni di alcuna definizione; mancanza di sensibilità, ma anche di senso della cittadinanza attiva, nella comunità assente, perché posseduta dalla non verità, retaggio di visioni arcaico-ancestrali-maschiliste-omertose. Ma quanta responsabilità ha la società? La scuola, presidio di legalità, in cui la ragazza era spesso assente, ha saputo cogliere il disagio e individuare il problema. Come docenti ci sentiamo coinvolti perché è nostro compito e ruolo riuscire a cogliere i segnali che gli adolescenti ci inviano. Piena e totale solidarietà alla ragazza alla quale ci rivolgiamo assicurandole che non è sola, che molte donne, ma anche molti uomini, lotteranno per lei e per tutte le altre donne vittime di violenza.

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