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Dopo le proteste e le richieste dei cittadini di Sbari, il sindaco Gianni Papasso, con un’ordinanza urgente, ne ha bloccato i lavori di realizzazione per motivi di ordine e incolumità pubblica.
Sono stato e sono fortemente preoccupato – aveva raccontato il sindaco Papasso all’incontro – per la realizzazione di questo alto traliccio non soltanto per la questione elettromagnetica ma anche per il danno ambientale e paesaggistico che verrà prodotto dall’installazione di questo palo alto circa quaranta metri nel pieno centro di Sibari.
Sono fortemente preoccupato – ha detto in seguito – perché all’assemblea hanno partecipato tantissimi cittadini e ho visto che c’è tantissima tensione che può sfociare in problemi di ordine e sicurezza pubblica così come sono preoccupato dalle parole di un importante medico che ha affermato a chiare lettere che ci possono essere forti rischi per la salute pubblica.
È così che, dopo aver consultato il segretario comunale Ciriaco Di Talia, il sindaco Papasso, ha deciso di emanare in mattinata l’ordinanza che sospende i lavori di istallazione dell’antenna per poter avviare una serie di verifiche ambientali, sanitarie, di conformità dei lavori e distanze da scuole e abitazioni, ma soprattutto per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Ho espresso sempre contrarietà alla realizzazione di questa antenna – ha ricordato Papasso – non perché non creda nella modernità e nell’assicurare i servizi al cittadino – perché questi vanno sempre assicurati. Il problema, come ho detto prima, è di altra natura. E lo dimostra il fatto che, come amministrazione comunale, ci siamo sempre opposti alla realizzazione sia di questa che di altre antenne sul territorio.
Abbiamo convocato, nel febbraio dello scorso anno, un consiglio comunale al seguito del quale, grazie al voto della mia sola maggioranza (lo ricordo: l’opposizione abbandonò i lavori non votando il “no” alle antenne e oggi cerca di strumentalizzare i fatti) gli uffici comunicarono il diniego alla costruzione dell’impianto alla ditta che aveva richiesto il permesso di installazione. Poi, purtroppo, i rappresentanti dell’impresa si sono rivolti al Tar Calabria che ha dato loro ragione e così sono iniziati i lavori.
Ora, però, la situazione cambia perché c’è troppo tumulto, c’è preoccupazione per l’ordine e la sicurezza pubblica e fortissima preoccupazione per la salute.
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