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di Francesco Iriti
“Salviamo l’Isola Ellenofona”. Il vicesindaco di Roghudi Mario Maesano si schiera dalla parte dell’Isola con la quale “intendiamo il territorio di appartenenza dei greci di Calabria. Il grecanico è oggi in fortissima crisi e viene parlato ancora nei paesi della Vallata dell’Amendolea ricadente nei Comuni di Condofuri, Bova, Bova Marina, Roghudi e Roccaforte del Greco”.
Il vice sindaco di Roghudi auspica una “riduzione dei Comuni facenti parte dell’area grecanica o sarà la fine dell’Isola Ellenofona e della sua parlata, il greco calabro. Si può, anzi si deve fare di più, anche con una maggiore azione sinergica di tutti i soggetti pubblici e privati operanti nel nostro territorio definito Isola Ellenofona”.
Alla base di questo monito c’è da considerare la storia della legge 482 del 1999 dal titolo “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche” con la quale il Parlamento Italiano riconobbe “l’esistenza di 12 isole alloglotte sul suo territorio. Tali lingue emergono così dall’ambito della dialettalità in senso comune, – ha affermato Maesano – diventando ufficialmente lingue di stato, accanto all’italiano standard stesso, nei territori in cui vivono ed operano i loro parlanti” Una legge che ha permesso, per la prima volta al “grecanico di essere riconosciuto come lingua minoritaria storica e perciò viene ammesso a tutela”.
Inoltre, durante la sua “difesa” dell’Isola Ellenofona, Maesano cita l’art. 3 della legge 482/1999 che prevede che “La delimitazione dell’ambito territoriale e subcomunale in cui si applicano le disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche storiche previste dalla presente legge é adottata dal consiglio provinciale su richiesta di un terzo dei consiglieri comunali dei medesimi comuni.
Un percorso conosciuto ai molti che Maesano ha inteso riproporre per rendere l’idea del fatto che “questo disegno di legge ha portato dei danni incalcolabili all’Isola Ellenofona a vantaggio di quei Comuni ricadenti nell’area grecanica, che nulla hanno a che vedere con il grecanico, se no quello di percepire solo finanziamenti”.
Infatti, secondo l’articolo 3, “nell’assegnare questo compito di delimitazione territoriale, “il legislatore nazionale ha voluto lasciare porte aperte per l’accesso ai benefici della legge”.
“Bisogna intervenire per evitare che si arrivi – ha concluso il vice sindaco di Roghudi – alla perdita di un mondo linguistico, come quello grecanico, che è stato comune e che oggi più che mai è importante riscoprire e salvaguardare”
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