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Delle due l’una: o ancora non si ha proprio l’idea di cosa effettivamente sia l’Università della Calabria, nonostante sia lì ormai da 40 anni, oppure si sbandierano certe soluzioni nella consapevolezza della loro impraticabilità al solo scopo di difendere lo “status quo” e neutralizzare ogni possibile ipotesi di conurbazione.
Comprensibile è l’esigenza del sindaco di Cosenza Occhiuto di creare le condizioni perché l’Unical dispieghi, in qualche modo, i suoi effetti positivi non solo su Rende ma anche sul capoluogo, ma proporre il trasferimento da Arcavacata al centro storico di Cosenza di una facoltà o un corso di laurea, come fanno certi esponenti del Pdl, significa semplicemente deviare da una tale giusta e sacrosanta esigenza.
L’Unical è un’università Campus, sul modello dei college americani, organizzata come città nella città, con un’autonomia che non ammette smembramenti o asportazioni di sorta. Se l’Unical ha raggiunto certi importanti primati in termini di organizzazione della didattica e standard qualitativi, la ragione sta proprio nella sua organicità funzionale e nella struttura architettonica impostata sul collegamento diretto, pedonale, tra dipartimenti, aule, laboratori, uffici burocratici, biblioteche, teatri, ecc. immediatamente e facilmente fruibili nel raggio di pochi metri. Per tale insopprimibile ragione, il trasferimento di facoltà o corsi di laurea al di fuori dell’area universitaria è inattuabile non solo per statuto ma anche dal punto di vista logistico. Tra l’altro dovrebbe essere notorio che la riforma Gelmini va nella direzione della progressiva chiusura delle sedi distaccate e della diminuzione di corsi di laurea.
Certo, i problemi non mancano, come la presenza di mega parcheggi di auto private, impensabili all’interno di un campus, e la mancanza di vita serale per via dell’assenza quasi totale di attrazioni giovanili e negozi sul posto, inevitabilmente si riversa sul nuovo centro urbano di Rende. Ma c’è un tempo per ogni cosa.
Non è allora con le proposte strampalate che si avvicina l’Unical a Cosenza. Occorre mettere da parte i campanilismi e gli interessi elettoralistici e di lobby per ragionare, una volta per tutte, in termini di città unica e lavorare alla realizzazione di nuovi accessi stradali all’ateneo e a un nuovo sistema di trasporto pubblico che renda più facilmente fruibile ai cosentini il patrimonio culturale, economico e sociale dell’Unical.
Spartaco Pupo (Consigliere comunale di Rende)
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