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In riferimento al recente intervento del sottosegretario Roberto Castelli sugli appalti per Expo 2015, l’assessore regionale alle Attività produttive Antonio Caridi ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“E’ perlomeno singolare, per non usare altri termini, che un esponente di spicco di un partito di governo, già Ministro della Giustizia, suggerisca soluzioni suggestive per evitare le infiltrazioni mafiose nel ricco ed opulento nord-est.
Sarebbe già preoccupante se questa ‘sparata’ provenisse da altre fonti, ma diventa grave quando parla un autorevole rappresentante delle istituzioni, con toni ed intenti inequivocabili. Significa soprattutto non aver compreso affatto la reale dimensione del fenomeno se si pensa, come sembrerebbe nel caso specifico dell’on. Castelli, di poterlo limitare ad una questione meramente calabrese.
La ndrangheta è un problema nazionale ed ha una portata che ormai supera anche i confini, come confermano sempre più ampiamente le cronache giudiziarie ed il rischio delle infiltrazioni è diffuso e reale.
Vietare la partecipazione delle ditte calabresi all’Expo 2015 non sarebbe una soluzione ma solamente un espediente dal chiaro intento discriminatorio verso una Regione che sta dimostrando di volersi affrancare da certe etichettature.
Resta la consapevolezza che il percorso non sarà facile né breve ma siamo convinti che serve investire nella scuola, valorizzare la cultura ed infondere fiducia nei giovani. Un impegno che deve riguardare tutti, dal legislatore agli amministratori locali, alle istituzioni, alla società civile, all’imprenditoria sana, alla Chiesa.
Quello di cui siamo certi è che non sono utili alla causa certe uscite come quella del sottosegretario Castelli, secondo cui la Calabria sarebbe una terra da ghettizzare e non un patrimonio di risorse naturali, storiche, culturali ed anche umane da valorizzare, anche nell’ottica di una crescita civile e sociale che potrà portarci a combattere la mafia con ragionevoli speranze di successo”.
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