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Per migliorare l’offerta di salute della popolazione immigrata, è stato istituito dall’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro l’Organismo Immigrazione che dovrà coordinare il percorso della “rete” operativa sanitaria sul territorio.
Nell’ultimo anno, l’Asp di Catanzaro – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale – ha erogato oltre diecimila mila prestazioni. Tra esse, quelle destinate all’assistenza ai profughi giunti con gli sbarchi sulla costiera Jonica, ai richiedenti protezione internazionale afferenti all’emergenza nord-Africa ed ai flussi dei così detti “minori non accompagnati”.
Allo stato attuale, il fenomeno migratorio aumenta di anno in anno la sua portata, sia attraverso l’accoglienza ordinaria, che attraverso quella straordinaria (sbarchi/emergenza nord-Africa). Perciò l’Organismo Immigrazione, oltre ad occuparsi della formazione e della consulenza degli operatori aziendali, del supporto ai direttori nella programmazione e nella gestione, interviene anche nell’emergenza.
Intenso è, pertanto, il rapporto con il Dipartimento regionale “Tutela della Salute” per il coordinamento dell’emergenza nord-Africa che, dal mese di giugno 2011 ad oggi, ha visto affluire nella Provincia di Catanzaro circa 500 richiedenti protezione internazionale, fra cui 200 minori non accompagnati.
“Con questa organizzazione – ha dichiarato il direttore generale dell’Asp Gerardo Mancuso – puntiamo a rendere nel tempo sempre più transculturale l’offerta socio-sanitaria e ad offrire formazione e consulenza agli operatori mirando, così, ad abbattere le barriere che rendono difficoltoso l’accesso ai servizi sanitari. L’Asp di Catanzaro – ha spiegato il direttore generale – ha formalizzato una metodologia operativa nata dall’esperienza sul campo, che vede nell’Organismo Immigrazione il volano per un’azione di sistema che porta ad un aumento di qualità complessiva. È il punto di arrivo di un percorso nato a seguito degli sbarchi sulle coste del Basso Ionio nel lontano 1997 che da allora – ha evidenziato Mancuso – ha visto un’incessante operatività mirata ad una più significativa fruibilità dei servizi socio-sanitari”.
Tre sono le macro-aree in cui opera l’Organismo: l’area dell’erogazione di salute, l’area gestionale amministrativa ed il raccordo con la “rete” operativa sul territorio. Tra i principali obiettivi: la maggiore accessibilità dei servizi, l’orientamento degli stessi alla transculturalità, l’appropriatezza delle procedure di accesso ed erogazione delle prestazioni, la condivisione con gli Enti e con il privato sociale di percorsi volti a favorire l’integrazione e combattere l’esclusione sociale.
L’Asp di Catanzaro è anche ente capofila in una progettazione nazionale che vede coinvolte le Aziende sanitarie provinciali e ospedaliere di Palermo, Cagliari, Olbia, Benevento, Catanzaro (Pugliese-Ciaccio) e anche l’Istituto Nazionale per le Migrazioni e le Povertà di Roma (INMP).
“Nell’ambito di tale intervento – ha rilevato ancora il dg dell’Asp di Catanzaro – sono stati attivati tre ambulatori di medicina di base rivolti ai migranti indigenti non iscrivibili al servizio sanitario nazionale, che risulta essere una delle fasce più a rischio di salute. Gli stessi ambulatori stanno registrando una notevole attività, che trova nell’operatività trasversale, con i servizi aziendali e non, la giusta presa in carico globale quale modalità operativa che mira al benessere dell’intera persona e non solo alla cura del singolo sintomo. Tale strategia d’intervento prevede, infatti, la presenza nell’ambulatorio del mediatore transculturale assieme ai medici ed all’assistente sociale. Pertanto – ha aggiunto infine Mancuso – nel nuovo atto aziendale abbiamo previsto la figura di due mediatori culturali”.
A tutto ciò si aggiungono una serie di azioni mirate alla procreazione responsabile, al supporto offerto anche alle donne in stato di gravidanza e puerperio e ai minori presenti sul territorio ed alle loro famiglie. Azioni specifiche sono rivolte anche ai minori non accompagnati, ai richiedenti protezione internazionale ed alle vittime di maltrattamento, tratta e tortura.
Numerose inoltre le iniziative in cooperazione con altri Enti tra cui la firma di un protocollo d’intesa (promosso dalla Prefettura di Catanzaro) che definisce, in occasione dell’emergenza sbarchi, come e quando i vari soggetti dovranno attivare le loro risorse operative e la riattivazione della Consulta Provinciale dei Migranti, promossa e coordinata dall’Asp di Catanzaro, che funge da raccordo interistituzionale.
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