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Si chiama “Trauma Team” ed è l’insieme di medici e infermieri, con diversa specializzazione ed esperti nel trattamento del traumatizzato grave, che affrontano no-stop i casi di lesioni puntando su un approccio simultaneo, in grado di abbattere i tempi e salvare la vita. Dopo le patologie neoplastiche e cardiovascolari, in Italia i traumi – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale – costituiscono la terza causa di morte in tutti i gruppi di età, ma soprattutto la prima in assoluto nella popolazione di età inferiore ai 40 anni.
Un dato che evidenzia tutta la sua drammaticità e che si ripercuote ulteriormente negli elevati costi economici e sociali a causa delle invalidità permanenti dei più “fortunati” sopravvissuti. Anche per questo il funzionamento delle “emergenze” costituisce un severo impegno organizzativo e gestionale per il Sistema Sanitario Nazionale e Regionale ed implica un impiego notevole di risorse. La funzione dell’equìpe multidisciplinare è il coordinamento delle risorse per la gestione dei pazienti traumatizzati in situazioni di emergenza-urgenza.
L’Azienda “Pugliese-Ciaccio” è anche centro “hub” per le emergenze. Con deliberazione sull’approvazione della rete regionale per l’assistenza al paziente critico, la Regione Calabria ha, infatti, istituito il modello “Hub-Spoke” che identifica dipartimenti di emergenza di I° livello nei centri Spoke e di II° livello in quelli Hub, quindi la distribuzione dell’assistenza ospedaliera secondo il principio delle reti integrate. Nella lingua inglese, quella più comune in ambito medico-scientifico, la parola Spoke significa raggio, mentre Hub sta per mozzo o centro. L’immagine di riferimento è quella di una ruota di bicicletta, in cui i raggi dalla periferia della ruota confluiscono verso il centro.
È così anche per il sistema di emergenza. I raggi (Spoke) sono gli ospedali con dipartimento di I livello che svolgono la loro funzione essenziale di diagnosi e cura. Il mozzo (Hub) è il dipartimento di II livello ove possono essere centralizzati i casi più complicati non trattabili presso i Centri Spoke.
Assieme a Cosenza per l’area Nord della Calabria e Reggio per quella Sud, l’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro è stata individuata come Hub per l’area Centro della Regione, per l’altissima qualità delle strutture, la specializzazione del personale medico ed infermieristico e la ottimale affidabilità del sistema-Emergenza messa a punto dalla direzione aziendale. Dal momento del trauma, infatti, è fondamentale quello che succede nella prima ora, chiamata golden hour, che comprende il primo soccorso, il trasporto, la diagnosi ed il trattamento DEA (Dipartimento di emergenza ed accettazione), l’eventuale trasporto secondario ed i trattamento definitivo.
La gestione dei traumi nell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro ha raggiunto un livello estremamente alto, toccando indici di assoluta eccellenza per tempi e qualità delle prestazioni.
“Il punto di forza del Trauma Team di cui poter andare orgogliosi – sottolinea il direttore generale dell’Azienza ospedaliera Elga Rizzo – sta nell’affiatamento raggiunto tra reparti e lo stesso personale. L’approccio simultaneo, che consente l’esecuzione contemporanea delle fasi di valutazione e di primo intervento, richiede un perfetto coordinamento tra i diversi professionisti permette di ridurre i tempi nella fase di stabilizzazione del paziente e di avviarlo alla cura definitiva”.
Il team multidisciplinare è basato sulle competenze di specialisti in guardia attiva sulle 24 ore: medici del Pronto soccorso, chirurghi generali, anestesisti-rianimatori, radiologi, ortopedici, neurochirurghi oltre a infermieri, tecnici di radiologia e operatori sanitari del Pronto soccorso. Il ruolo di team leader è affidato al medico anestesista rianimatore che coordina gli altri colleghi e assume le principali decisioni. L’equipe medica si avvale inoltre della consulenza h24 di tutte le discipline specialistiche, fra cui radiologia, chirurgia maxillo-facciale, vascolare, toracica, plastica, cardiochirurgia (in standby con le strutture territoriali di cardiochirurgia con l’Università di Catanzaro o con il S. Anna Hospital di Catanzaro), chirurgia pediatrica, oculistica ed otorinolaringoiatria, in funzione della tipologia delle lesioni traumatiche.
Il direttore del dipartimento di Emergenza e dell’Unità operativa complessa di anestesia, rianimazione e terapia intensiva dell’Azienda “Pugliese-Ciaccio, Mario Verre, parla di “un’organizzazione capillare e scrupolosa” ed entrando nel merito della metodologia “funzionale” seguita dal “Trauma Team” spiega che “la valutazione iniziale del paziente da parte del team viene effettuata in area di emergenza dedicata (shock room o sala dei codici rossi) ove sono possibili tutte le manovre di stabilizzazione delle funzioni vitali e l’esecuzione delle indagini strumentali di base (radiografia del torace, della pelvi, della colonna, ecografia dell’addome e del torace), secondo protocolli di azione predefiniti e condivisi da tutti gli operatori. Spesso – prosegue Verre – è necessario eseguire una Tac completa (total body) per una diagnosi precisa delle lesioni. Inoltre è sempre disponibile una sala operatoria dedicata alle urgenze/emergenze di chirurgia generale e ortopedica, vascolare, toracica, plastica, pediatrica ed una per le urgenze neurochirurgiche, con la possibilità di interventi contemporanei e combinati delle diverse équipe”.
I risultati ottenuti con l’istituzione del “Trauma Team” sono stati molto soddisfacenti e negli ultimi due anni sono stati oltre duecento i pazienti gestiti.
“Le tipologie traumatiche affrontate al ‘Pugliese-Ciaccio’ – dichiara ancora Elga Rizzo – hanno riguardato testa e collo il 50%, torace il 10%, addome il 25%, colonna vertebrale il 5%, bacino ed arti il 50%. Circa il 70% dei politraumatizzati è stato portatore di due lesioni, circa il 20% di tre lesioni, il 7% di quattro, il 3% di oltre cinque lesioni. Già all’arrivo – continua la manager – ogni paziente traumatizzato è valutato e contemporaneamente curato. Nei casi più gravi l’infortunato è subito intubato e sottoposto a respirazione artificiale. L’iter diagnostico (accertamenti radiologici, ecografia, Tac, esami di laboratorio, richiesta di trasfusioni) viene eseguito in pochi minuti. E davanti alla esigenza di intervento chirurgico, nell’arco di trenta minuti dall’arrivo il paziente entra in sala operatoria, dalla quale, in caso di condizioni critiche, è trasferito in terapia intensiva anche per lunghi periodi. Insomma – evidenzia infine il direttore generale Rizzo – il funzionamento della emergenze costituisce un severo impegno organizzativo e gestionale, ma i risultati ci consentono di affermare che abbiamo impresso una decisa svolta al sistema ospedaliero”.
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