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Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha partecipato a Crotone ai festeggiamenti dedicati ai 150 anni dell’unità d’Italia. Qui di seguito il discorso pronunciato durante la cerimonia che si è tenuta nei pressi del monumento dedicato ai fratelli Bandiera.
“Signor Sindaco, Autorità, donne e uomini di Calabria,
quando nel 1966 il Presidente della Repubblica Saragat e il Presidente della Camera Pertini inaugurarono a Crotone il monumento ai fratelli Bandiera, in Italia c’era il miracolo economico.
Oggi, la situazione e’ assai diversa ma questo monumento e’ stato giustamente identificato come uno dei “luoghi della memoria” a livello nazionale da parte del Comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, appunto per ricordare due patrioti veneti che sacrificarono la vita nel Sud per l’unita’ di tutto il Paese.
In questo che e’ il mio discorso ufficiale per il 17 marzo, intendo rivolgermi a tutti i calabresi, quelli che vivono nella nostra regione e quelli che, per scelta o necessità, sono andati via, invitandoli a utilizzare questa occasione dei centocinquant’anni per riflettere, sopratutto sul futuro.
La nostra regione, come tutto il Sud, e’ stata scenario e protagonista attiva in tutto il Risorgimento e il sacrificio dei fratelli Bandiera ne e’ testimonianza autentica.
A scanso di equivoci, premetto subito che l’Italia e’ stata una conquista e per noi e’ e deve rimanere una e indivisibile.
Non a caso, come Regione Calabria abbiamo avviato tutta una serie di iniziative per i 150 anni.
Abbiamo sollecitato e mobilitato scuole, musei statali comuni, coinvolgendo i più noti intellettuali italiani.
Saremo presenti, insieme a tutti gli altri, alla Mostra delle Regioni che verrà inaugurata dal Capo dello Stato a Roma. Nell’occasione, abbiamo cercato di illustrare la Calabria del passato e del futuro.
Abbiamo avviato a gennaio il censimento dei “Luoghi della Memoria” in tutti i comuni della Calabria, con l’apporto fondamentale dei Sindaci. Completate queste operazioni, inseriremo tutti i beni segnalati nell’Atlante dei Beni Culturali pronto per giugno.
Tutto questo fiorire di iniziative, in quanto apparteniamo a quei meridionale che tengono tanto all’Unita’ d’Italia che avrebbero preferito fosse stata fatta un po’ meglio.
Tra i tantissimi libri sull’unita’, ce n’e’ uno che occorre necessariamente leggere e che parla d’altro. Si tratta di uno studio coordinato da Paolo Savona, dal titolo “Sviluppo, rischio e conti con l’esterno delle regioni italiane”.
Da questa ricerca emerge la teoria della “pentola bucata” in base alla quale il problema principale delle regioni meridionali non e’quello di ricevere maggiori risorse ma mantenere all’interno dei territori il Prodotto Interno Lordo realizzato.
E’ la Calabria e’ quella messa peggio di tutti: su 100 di PIL, solo il 74% rimane nella regione, il resto si volatilizza.
Complessivamente, il Nord trasferisce al Sud 45 miliardi di euro, che e’ una somma non da poco in quanto rappresenta il 3 per cento del PIL italiano, ma il Sud invia alle regioni del Settentrione in termini di consumi 62 miliardi di euro.
Ed e’ solo così che si mantiene elevata l’occupazione e la produttività del Nord. Con i soldi del Sud.
E per restare sempre nell’ambito delle analisi economiche, sarebbe utile leggere quanto sostengono Paolo Malanima e Vittorio Daniele, professore all’Università della “Magna Grecia” di Catanzaro, in un saggio di qualche anno fa a proposito delle diseguaglianze al momento dell’Unita’. Nel 1861 il divario economico tra Nord e Sud, affermano i due ricercatori, era pressoché inesistente e si e’ andato creando dopo il 1876, tanto che su 150 anni, 120 per il Mezzogiorno sono stati di arretratezza.
Riflettere anche su questo, sarebbe una bella occasione per festeggiare davvero il nostro straordinario Paese, al di la’ dei luoghi comuni.
Infatti nella nostra regione esiste un simbolo, le Ferriere di Mongiana, il sogno interrotto dell’industrializzazione del Sud, che noi intendiamo proporre come “luogo della memoria” regionale, quale prezzo pagato dalla Calabria per l’indispensabile Unità nazionale.
Nel 2011 la Calabria si presenta all’Italia con tanti problemi ma anche con innegabili opportunità.
Abbiamo una classe giovane e motivata, con tanti Sindaci innamorati delle proprie città; siamo al centro del Mediterraneo, che sarà l’area di libero scambio più estesa del pianeta; abbiamo consistenti fondi europei, che intendiamo utilizzare per aumentare la produttività.
Al momento dell’elezione ci siamo assunti un compito preciso: dopo 40 anni di regionalismo unire la Calabria, dal Pollino allo Stretto, per costruire una regione finalmente per tutti.
In questa stagione del federalismo, rendendo più unita e coesa la nostra regione contribuiremo a rendere più unito il nostro grande, straordinario Paese.
W l’Italia. W la Calabria”.
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