Regione, Francesco Talarico sulla grave crisi del trasporto ferroviario in Calabria

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“Una inaccettabile violazione del diritto alla mobilità di migliaia di cittadini e giustificazioni da considerare inammissibili dell’azienda del gruppo Ferrovie dello Stato, che abbandona parte del territorio nazionale e divide l’Italia, condannando all’emarginazione intere regioni”.

Così il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, che annuncia una riunione del Consiglio dedicata alle strategie di Trenitalia nei confronti del Sud e della Calabria in particolare. “C’è una continuità territoriale da garantire – afferma il presidente del Consiglio Francesco Talarico – insieme alla libertà di circolazione delle persone e delle merci, garantendo a tutti pari opportunità.

Si tratta di diritti costituzionali inalienabili, che chi dirige Trenitalia ha deciso di ignorare, con ristrettezza di vedute e scarso senso del valore e del significato dell’unità nazionale e disinteresse per le prospettive di sviluppo di regioni importanti, anche se storicamente trascurate.  C’è una grande mobilitazione intorno a questi problemi del trasporto ferroviario e il Consiglio regionale, con il contributo di tutte le forze politiche – dice Talarico – intende fare in modo che la voce della Calabria venga ascoltata. Chiederemo a tutti i parlamentari eletti in Calabria, di unirsi alle decisioni che il Consiglio assumerà.

C’è bisogno della massima unità, per essere forti e coesi nel difendere i diritti dei nostri cittadini e lavorare per un cambiamento nella mentalità e nel fare. Che non può più attendere. Invieremo le determinazioni della massima assemblea legislativa della Calabria al nuovo Governo, perché intervenga a correggere le politiche negative di Trenitalia e ai presidenti di Camera e Senato, perché valutino l’esigenza di avviare un’inchiesta parlamentare sulla politica dei trasporti operata da questa azienda nel Sud ed interesseremo il Presidente della Repubblica, punto di riferimento di tutti i cittadini italiani e garante della Costituzione e quindi di quel principio secondo cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale nel nostro Paese.

Sono ormai tanti i segnali, inequivocabili, di abbandono della Calabria da parte dell’azienda pubblica del trasporto ferroviario, che si aggiungono alle difficoltà di collegamento autostradale e rischiano di isolare una regione che ha bisogno invece di uscire dalla sua emarginazione.  Si tratta di decisioni e di tendenze che ostacolano, in un momento per altro difficile, le potenzialità di sviluppo della nostra regione.

Non ci possono essere strategie e investimenti differenti per Nord e Sud del Paese e nessuno può sentirsi orgoglioso di avere accorciato l’Italia con l’Alta Velocità, quando questa, negli spot promozionali, come nella realtà, finisce a Salerno. Nella politica di Trenitalia, penalizzante per il Sud, non ci sono solo i tagli dei treni a lunga percorrenza. Le discriminazioni e le decurtazioni, che impoveriscono la Calabria, sono una costante da anni, nella politica di quella che un tempo veniva orgogliosamente considerata un’azienda-paese.

Trenitalia, utilizza materiale consunto e fatiscente per comporre i treni per la Calabria, vetture dismesse su altre linee e con caratteristiche – come nel caso dei treni Eurostar – non adeguate a transitare sulla linea Roma – Napoli ad alta velocità. Treni che, invece, se adeguati a percorrere quella tratta veloce consentirebbero, da subito, di ridurre di un’ora i tempi di percorrenza tra Roma e il Sud peninsulare e insulare.

La società che gestisce il trasporto passeggeri, pur essendo un’azienda pubblica, chiamata a rispettare i parametri di efficienza imposti dal mercato, deve farlo mettendo in condizioni di parità tutti i cittadini. Nel panorama ferroviario nazionale, la Calabria, come altre regioni del Sud, si trovano in condizioni di assoluta disuguaglianza, per assenza totale di investimenti infrastrutturali, cui adesso si aggiunge l’insopportabile politica di dismissione e di tagli dei convogli a lunga percorrenza.

E’ impossibile immaginare, pur tra le contingenti situazioni di crisi, a livello nazionale e globale, che si possano creare le condizioni di una crescita sociale ed economica del Sud, in assenza di un sistema di trasporto efficace ed efficiente, che garantisca, prioritariamente, il diritto di tutti i cittadini di muoversi sul territorio nazionale con pari opportunità. Il cambiamento parte anche da queste cose e le scelte del Gruppo Ferrovie dello Stato complicano e ritardano lo sviluppo di aree già penalizzate da altre vecchie ragioni. Sono comportamenti che dobbiamo correggere, con l’impegno corale di istituzioni e forze sociali”.

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Author: Cristina

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