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‘L’auto con l’esplosivo ritrovata a Reggio Calabria non sembrava pronta a esplodere ma, piuttosto, a intimidire’. Lo ha detto Piero Grasso. ‘Se queste organizzazioni malavitose intendono mandare messaggi intimidatori – ha proseguito il procuratore nazionale antimafia – allora lo Stato deve rispondere con messaggi altrettanto intimidatori. La risposta e’ continueremo, tutti quanti uniti, nella nostra azione contro il crimine organizzato’. Grasso ha parlato al seminario sulle mafie del terzo millennio. Secondo lui, l’intimidazione e’ stata una ‘fibrillazione della ‘ndrangheta, una reazione nervosa alla cattura di latitanti e all’aggressione dei beni mafiosi. Non parlerei di una reazione dettata dalla paura’, ha poi chiarito, ‘ma di una sofferenza per la lotta che lo Stato sta conducendo nei confronti dei clan’. Il segretario di Stampa Romana, Paolo Butturini, nel suo saluto in apertura del seminario, ha espresso solidarieta’ a Piero Grasso e al giornalista Lirio Abate, per le minacce ricevute dalla mafia.
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