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“Quello che mi sembra emergere dalla legge di stabilità del governo è una chiara inversione di tendenza, un segnale di allentamento della pressione fiscale, ma è ancora presto per valutare”.
A parlare è il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio nel corso di un convegno della Cisl a Bari sul tema: “Ripartire dal Mezzogiorno per far crescere il Paese”, concluso dalla segretaria Generale Annamaria Furlan.
“Vedremo -ha detto il Governatore della Calabria- quali strumenti saranno attivati per le iniziative a favore del Mezzogiorno. Questa parte del Paese ha bisogno di una spinta unitaria delle Regioni e delle forze sociali”.
“Oggi –ha proseguito Oliverio- c’è un treno che non possiamo assolutamente perdere ed è quello delle infrastrutture come possibilità di disegnare una nuova mappa interna ed esterna alla nostra regione di mobilità e scambio. Abbiamo bisogno di creare una condizione di pari opportunità tra tutte le regioni del Paese. Se da Roma a Milano si impiegano due ore e mezzo, non è più concepibile che con la Frecciarossa da Reggio Calabria a Roma si continui ad impiegare tre volte questo tempo. Se questa situazione permane è chiaro che non ci sarà mai nessun futuro per il Sud e nessuna coesione per il Paese”.
“In secondo luogo – ha detto ancora- abbiamo bisogno di valorizzare al massimo la proiezione mediterranea che il Mezzogiorno offre al Paese e all’Europa. Un grande porto come quello di Gioia Tauro deve essere messo nelle condizioni di intercettare ed attirare i nuovi traffici che si determineranno con il raddoppio del Canale di Suez”.
“In terzo luogo c’è la necessità di attivare politiche di sostegno all’economia e al lavoro. In questo quadro penso, per esempio, che bisogna pensare a forme di fiscalità di vantaggio da destinare alle imprese che insediano nel Mezzogiorno, recuperare e rafforzare il credito d’imposta e lavorare sull’area della contribuzione”.
“Questi ultimi – ha concluso il presidente della Giunta regionale calabrese- sono solo alcuni degli strumenti più urgenti da attivare perché si possa non solo aiutare il Mezzogiorno a uscire dalle secche dall’emarginazione in cui è stato ridotto da venti anni di politiche di dimenticanza e abbandono, ma anche per mettere a disposizione del Paese e dell’Europa una realtà che da problema aspira a diventare una risorsa per la crescita”.
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