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Su proposta del Vicepresidente prof. Antonio Viscomi è stato approvato dalla giunta regionale un disegno di legge volto ad agevolare il processo di fusione dei comuni.
La legislazione regionale in merito impone infatti un iter molto gravoso basato sulla verifica della volontà popolare attraverso un referendum consultivo. La legge regionale che disciplina tale referendum (n. 13/1983) prevede un quorum minimo per la validità del referendum medesimo, pari alla maggioranza degli aventi diritti al voto quand’anche la fusione sia stata deliberata all’unanimità dai consigli comunali: considerato l’alto tasso di emigrazione dei piccoli comuni, l’assenza dei benefici di viaggio connessi alla partecipazione al voto politico-amministrativo, la non coincidenza con altre tornate elettorali, è facile intuire che la previsione legislativa è tale da rendere altamente probabile la sostanziale inefficacia della consultazione referendaria.
L’auspicio, leggiamo nella nota stampa, è che tale modifica possa rendere più facile il processo di riorganizzazione del sistema delle autonomie locali, considerando che su 409 comuni calabresi ben 223 hanno meno di tremila abitanti, e presentano, dunque, condizioni di debolezza organizzativa che non consentono l’erogazione ottimale dei servizi ai cittadini.
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