Pasqua, tra tradizioni e turismo

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Pasqua in Calabria grecanica, un racconto che i residenti conoscono. Tradizioni religiose che fanno parte del modo di essere calabrese, che potrebbero diventare attrazione turistica. Un mix che pochi possono proporre in pochi chilometri quadrati, tra mito, fede e maternità, i riti pasquali nell’area grecanica della Calabria risvegliano l’identità profonda di una terra antica.
La Pasqua non è solo una celebrazione religiosa, ma un intreccio di tradizioni che affondano le radici nella storia e nella cultura locale.

Si parla spesso di turismo di ritorno, improbabile, comunque difficile. Perché non puntare anche al turismo religioso? Leggere il nostro racconto, riassunto per sommi capi, come nelle righe che seguono, è affascinante per tanti stranieri, lo constato ogniqualvolta mi capita di parlare, di fare reclame, della Calabria grecanica.

Parlare di Bova, Gallicianó, più in generale del reggino, da rimanere a bocca aperta, increduli che in cosi pochi chilometri vi sia cosi tanta storia.
Senza dimenticare, che oltre al sacro, il profano della gastronomia, con piatti tipici della Pasqua, simbologie oggi ancora presenti.

A Bova, cuore della Bovesìa, la Domenica delle Palme è caratterizzata dalla processione delle “Pupazze” o “Persephoni”: figure femminili realizzate con intrecci di foglie d’ulivo, fiori e frutta, che simboleggiano la rinascita primaverile. Questo rito richiama il mito di Demetra e Persefone, legando la tradizione cristiana all’antico culto della fertilità.

La domenica di Pasqua, in molti comuni del Reggino, si svolge la “Svelata” o “Affruntata”, qualcosa di unico, un incontro tra le statue della Madonna e del Cristo risorto, durante il quale il velo nero della Madonna cade, simboleggiando la fine del lutto e la gioia della resurrezione.

Nel cuore dell’area grecanica, la Pasqua è molto più di una festa religiosa: è un ritorno alle origini, un intreccio vivo di culture elleniche, cristiane, ebraiche e contadine. Tra borghi antichi e paesaggi che guardano lo Ionio, la Settimana Santa si esprime attraverso riti, gesti e simboli che danno nuovo senso al tempo e al sacro.

A Gallicianò si celebrano liturgie ortodosse in greco; a Bova i riti si ispirano ai miti di Demetra e Persefone; a Bova Marina, famiglie ebraiche celebrano la Pesach vicino a una delle sinagoghe più antiche d’Occidente.

Anche la gastronomia si fa simbolo, con la Musulupa – un formaggio che richiama la maternità e la fertilità, con la “cuzzupa“, dolce decorato con uova sode, simbolo di rinascita e prosperità . Questi riti e tradizioni, tramandati di generazione in generazione, testimoniano la ricchezza culturale della Calabria grecanica, dove la Pasqua è un momento di profonda connessione con le proprie radici.

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Author: Nicola Priolo