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Quindicesimo appuntamento con la nostra rubrica di Parole Dialettali Calabresi con una piccola spiegazione del loro significato.
Naturalmente ogni consiglio, suggerimento e spiegazione su questa rubrica è sempre ben accetto.
Questa “idea” vuole essere uno spazio “carino”. La decisione di creare questa piccola finestra dialettale su Ntacalabria nasce dall’esigenza di molte persone emigrate fuori dai confini regionali.
Un angolo del web dove ognuno potrà condividere le parole che ricorda, chiedere il significato di altre o anche solo suggerirne qualcuna Il nostro invito è rivolto a tutti i lettori esperti della lingua e non.Come scritto in premessa, non vogliamo fare i maestri in quanto non siamo esperti in materia ma solo conoscitori ed amanti dell’idioma. Ci viene in aiuto G.B. Marzano.
- BUATTA: scatola che può contenere carne, o anche contenitore di vetro per contenere la passata di pomodoro, ma anche scatola di latta per con i biscottini;
- GARONFULU o GAROMPULU o CARONFULU: garofano, fiore molto bello e pieno di vivi colori;
- JU, o anche GHJIU: andato o in alcuni paesi anche io. “undi Ju, undi ghjiu pa munti o pa basciu? (dove è andato verso monte o verso il basso …mare);
- PREVITI: prete, PREVITISCA: berretto da prete a spicchi. Spesso in gergo offensivo veniva utilizzato il termine PREVITARI per denigrare ai tempi della contrapposizione DC (democrazia cristiana) e PCI (partito comunista) quei laici che frequentavano la Chiesa o votavano DC;
- QUARTARA: grosso vaso di terracotta, con due o più manici, in cima largo becco, molto utilizzato nei tempi antichi per trasportare l’acqua dalla sorgente prima che arrivasse diretta nelle case;
- STRUPPICARI o STROPPICARI: inciampare, incespicare. Deriva dal latino troppa cioè cespo. In spagnolo si dice anche trompicar;
- VOMBICU o BOMBICU: vomito. Si usa molto dire “si bombicau, si ittau puru i budeddha” , ha preso una sbronza con vomito davvero “indimenticabile” per lo sventurato.
Un proverbio “trovato” sul WEB tramandato oralmente dalla Sig.ra Nilla Ambrogio, lo scrivo in suo ricordo:
- L’AMURI E’ FATTO COMU N’ARMACERA, SI TRAVAGGHJIA N’ANNU E SI NDI VAI NTA N’URA: l’amore è come un muro a secco, per costruirlo serve un anno, per distruggerlo un’ora;
- A PECURA RUGNUSA MPESTA TUTTU U zZACCHINU: la pecora con la rogna infetta tutto l’ovile, grazie a G. Salvatore.
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