Calabria, nota del Coordinamento Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”

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Nei giorni scorsi la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili i 2 referendum più importanti contro la privatizzazione dell’Acqua; in riferimento al primo quesito referendario ha escluso espressamente, come i Comitati hanno sempre sostenuto, che il decreto Ronchi costituisca un’applicazione di una norma Comunitaria e che, in pratica, dovranno essere le comunità locali a stabilire il tipo di gestione.

Ma ancora più importante è l’ammissione del terzo quesito referendario e cioè l’eliminazione della “adeguata remunerazione del capitale investito” nella determinazione della tariffa idrica; questo era considerato l’asse portante della privatizzazione dell’acqua e quindi della mercificazione del nostro Bene Comune più prezioso.

I movimenti che in tutta Italia si battono per una gestione Pubblica e, trasparente e partecipata lo hanno sempre sostenuto : nessun profitto deve essere realizzato con la nostra Acqua.

La Consulta ci ha dato ragione, ha dato ragione ad oltre 1.400.000 Cittadini che hanno richiesto il referendum per l’Acqua Pubblica; è stata un’onda che ha invaso tutto il Paese ed il risultato numericamente più alto nella storia dei referendum nazionali.

Il Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”, che è stato tra i promotori a livello nazionale dei referendum, ha promosso anche nella nostra regione una capillare informazione sui rischi che la privatizzazione dell’Acqua ha comportato e comporterà per tutti i Cittadini.

In Calabria la rete di adduzione è gestita da una società mista, la So.Ri.Cal. S.p.A., che vede come partner privato la multinazionale francese Veolia che ha grossi interessi anche nel settore dei rifiuti (vedi l’inceneritore di Gioia Tauro); il Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica ha più volte denunciato le problematiche sorte con questa gestione privata, ovvero segreta, chiedendo le dovute risposte.

Lo abbiamo fatto in nome e per conto dei tanti Cittadini Calabresi che pretendono risposte chiare sulla tariffa idrica illegittimamente applicata ai Comuni calabresi, che pretendono chiarimenti sul mutuo da 240 milioni di euro acceso con la banca tedesco-irlandese Depfa bank e che rivendicano, soprattutto, il diritto all’accesso del loro Bene Comune insostituibile, l’Acqua.

Risposte non ne sono state date, come prassi normale nei confronti dei Cittadini, in compenso alla manovra di chiusura dell’0alimentazione idrica nel Comune di San Lorenzo del Vallo ha risposto il Tribunale di Castrovillari imponendo alla Sorical SpA il ripristino del servizio.

Da un capo all’altro della Calabria, nella città di Vibo Valentia si vive una crisi idrica che probabilmente non ha riscontri nei paesi occidentali : dal 4 gennaio i Cittadini sono senza acqua potabile, perché inquinata.

Dunque è giunta l’ora di riaffermare che l’Acqua è un Bene Comune, che l’Acqua è dei Cittadini e non delle multinazionali, che la finalità di una società privata è quella di realizzare dei profitti e che nessun profitto deve essere realizzata con il Nostro Bene Comune.

Per questo il 3 febbraio il nostro Coordinamento, assieme a tutti quelli sparsi nel territorio nazionale, inizia ufficialmente la campagna per il Referendum dei “2 Sì per l’Acqua Bene Comune” che ci porterà nella prossima primavera alla consultazione nazionale che riconsegnerà l’Acqua ai Cittadini, ai legittimi Proprietari.

Perché si scrive acqua ma si legge democrazia.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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