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di Federico Strati
“L’immobilismo dell’attuale amministrazione di fronte all’ipotesi carbone a Saline Joniche mi sta seriamente facendo riflettere sulla mia permanenza all’interno di un consiglio comunale che, contrariamente al passato, rimane inerte di fronte ad una ipotesi che contrasta con gli interessi e le aspirazioni del territorio”.
Va giù duro il consigliere di minoranza nonché ex sindaco Loris Nisi.
“La mia amministrazione – afferma Nisi – con l’appoggio pieno ed incondizionato del presidente del Consiglio regionale, si è spesa per osteggiare il progetto, arrivando a predisporre la bozza di un documento, poi sottoscritto dal presidente della Giunta regionale, dal presidente della Provincia, dal sindaco di Reggio e da numerosi Sindaci del comprensorio, nel quale si ribadiva la ferma opposizione ad una iniziativa ritenuta illegittima. Nonostante durante la campagna per le scorse amministrative il no alla centrale campeggiava nelle gigantografie, non si è registrata alcuna iniziativa concreta e si è permesso alla Sei di portare avanti il procedimento in sordina, senza grande clamore e senza opposizione”.
Tanti sono i comportamenti dell’amministrazione Guarna che Nisi non riesce a comprendere: la mancata trasmissione delle integrazioni del progetto iniziale della Sei all’esperto nominato; la nomina del legale innanzi al giudizio riassunto dalla Sei al Tar Lazio, avvenuta solo in seguito all’ennesima richiesta della minoranza; la mancata trasmissione al consulente della convocazione alla riunione della commissione Aia/Via che, da indiscrezioni, pare abbia approvato il parere istruttorio conclusivo sulla realizzazione della centrale, senza che il Comune fosse rappresentato.
“Io – aggiunge Nisi – non posso sapere quali siano gli effetti del rilasciato parere e se sia possibile richiedere l’annullamento della riunione e di tutti gli atti conseguenti o se il mancato assenso della Regione supererà il vaglio di legittimità, ma sono costretto ad osservare che una battaglia per ottenere un obiettivo ritenuto utile per il territorio non si può condurre così. Comincia ad aleggiare il convincimento che la guerra si stia perdendo e che, nell’indifferenza generale delle istituzioni, il progetto cominci a materializzarsi seriamente”.
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